La libreria dell’Antico Caffè San Marco a Trieste

Antico caffè e libreria

di Massimiliano Schiozzi

dal numero di settembre 2015

“Suggerirti la migliore tra le traduzioni disponibili potrebbe bastare a far capire a cosa serve oggi una libraia”. Con queste parole Loriana Ursich mi porge la copia di un testo di Zweig e così inizia anche la nostra conversazione. L’occasione è quella di incontrare una libraia veterana di Trieste (anche se lei si schermisce dicendo che è solo “una che ama i libri e cerca di trovare per ogni libro il suo lettore e per ogni lettore i suoi libri”) e di capire se l’esperimento “Antico caffè e libreria” sia riuscito.

Loriana infatti lavora alla libreria del Caffè San Marco a Trieste. Questo locale storico ha da poco festeggiato due centenari: nel 1914 venne fondato da Marco Lovrinovich e nel maggio 1915, quando l’Italia dichiarò guerra all’Austria, fu assaltato e danneggiato dai filo-austriaci, come accadde ad altri covi di irredentisti filo-italiani. Perché il San Marco, che oggi a noi sembra un caffè viennese, è stato concepito da Lovrinovich, fervente irredentista, sul modello dei caffè veneziani come atto d’amore a Venezia, al suo santo patrono e all’Italia. Il tempo e gli eventi ne hanno fatto poi un luogo carico di storie e contraddizioni, alcune tipicamente triestine: specchi e stucchi, foglie e bacche di caffè (che sotto l’Austria erano tricolori e che nel 1936 divennero allori dorati e Sezession fuori tempo massimo), allegorie dei quarantatré fiumi che sfociano in Adriatico, caricature di Mussolini e leoni alati con fasci littori, marionette e maschere del carnevale veneziano e solidi lavori d’ebanisteria emporiale triestina sopravvissuti persino agli assalti del maggio 1915. Il ­Caffè, reso celebre da Claudio Magris, frequentato da Giorgio Voghera e da Fulvio Tomizza, è mutato negli anni, per poi non cambiare mai, anche se talvolta è stato trasformato, come nel 1961 quando fu set del film Senilità di Mauro Bolognini.

Trieste, la libreria dell'Antico Caffè San MarcoNel 2013 avviene la trasformazione e inizia l’esperimento “Antico Caffè e Libreria”: in novembre Alexandros Delitanassis rileva il caffè, dà una svolta alla gestione e, soprattutto, vi trasferisce la sua Libreria San Marco, fondata nel 2006. Lo fa con grande attenzione per gli spazi del locale storico, sistemando tavoli e scaffali nella sua ala lunga, che si affaccia su via Donizetti. Loriana Ursich, libraia a Trieste dal 1989, dal primo giorno sa che sarà una sfida far convivere un locale importante e “impegnativo” come il San Marco non con il book-shop di una caffetteria, ma con una vera e propria libreria. I cinquanta metri quadrati a disposizione vengono allestiti con banconi e scaffali bassi per non intaccare l’atmosfera degli ambienti: Loriana vi può esporre circa 4000 titoli, che fanno rientrare la San Marco tra le librerie medio-piccole.

Il “sistema” librerie a Trieste, che conta una quindicina di esercizi, si distingue per una collaborazione tra librai vivace nell’affrontare le piccole urgenze del mestiere (come un titolo che non arriva o non si trova), ma, secondo Loriana, scarsa o quasi inesistente quando si tratta di organizzare iniziative o eventi di promozione. Si tratta di una mancanza molto grave in una città con una tradizione culturale articolata come Trieste, perché non consente alla città di porsi al centro di un discorso culturale più ampio. Ma, aggiungiamo, la frammentazione e l’incapacità di fare “massa critica” è purtroppo una caratteristica comune ad altre realtà culturali cittadine. Culturali e non solo commerciali, perché, se è vero che il trasferimento nella nuova sede ha portato a un aumento notevole del giro d’affari, va anche riconosciuto alla San Marco di essersi costruita un’identità come luogo dove si dibatte di cultura, e non solo “libraria”. Oltre a ospitare presentazioni di libri ed essere sede degli incontri del circolo dei lettori, la San Marco ha anche un ruolo propositivo per una serie di eventi culturali che coinvolgono o il solo spazio libreria (che può ospitare circa settanta persone), o anche spazio del Caffè (per ospitare fino a centotrenta persone).

L’esperienza della San Marco e del San Marco è molto interessante perché ha creato anche delle dinamiche nuove in città per la partecipazione agli appuntamenti culturali. Nel 2014 con una media di tre eventi a settimana la programmazione è proseguita fino a luglio inoltrato, circostanza singolare in una città come Trieste dove, come ci ricorda Loriana, il richiamo balneare ė molto forte e di solito le presentazioni e gli incontri “al chiuso” si fermano alla prima settimana di maggio. La crisi ha cambiato le abitudini, ma Loriana si ritiene fortunata perché conta su lettori forti che hanno ridotto il numero di libri acquistati, senza però rinunciare alla lettura. I lettori di Loriana hanno in media circa quarant’anni, sono molto selettivi, con una capacità di spesa media di quindici o venti euro. Sono più donne che uomini (sette a tre), anche se a spendere di più sono gli uomini, che hanno con la libreria un appuntamento settimanale, quasi sempre a ridosso del fine settimana, acquistando anche più libri alla volta. La San Marco ha scelto di partecipare a pochissime promozioni fatte dagli editori e, sottolinea Loriana, il cliente non chiede lo sconto “forse perché in un ambiente così il libro viene visto come qualcosa che non va scontato”. Alla San Marco a esser nuovo e differente è anche il modo di rapportarsi al libro. Aver “adagiato” la libreria nel Caffè, soluzione che all’inizio aveva destato qualche perplessità sullo snaturamento del locale storico, è stata una delle intuizioni che ha fatto rinascere il locale e che ha portato a Trieste un modo nuovo di “andare in libreria”.

L’atmosfera è più rilassata, i tempi sono più lunghi, i clienti non sentono la “pressione dell’obbligo all’acquisto” e “molti comprano un libro e poi ne continuano la lettura a un tavolino, altri si portano tre o quattro libri al tavolo per poter scegliere con calma”. Molti dei vecchi clienti del caffè sono diventati nuovi lettori della libreria. “Gestire una libreria così è molto più faticoso perché bisogna sempre essere aggiornati, ma essendo lo spazio piccolo si deve trovare il giusto equilibrio tra resi, riassortimento e riallestimento degli spazi. Ecco perché spesso tiro fuori libri “di catalogo” e li mescolo con le novità. Ho anche uno spazio dove, ogni due o tre settimane, evidenzio temi, autori o editori”. Il Caffè San Marco è anche una delle mete turistiche della città. Il turista che vi arriva ha inserito il Caffè in un percorso culturale che lo ha portato, o lo porterà, anche alla vicina sinagoga, quindi sa già di trovarsi in luoghi dove si racconta delle diverse culture di Trieste. Altrettanto attento è nella scelta di titoli che aiutino a comprendere e conoscere la città. Alla San Marco trova una selezione molto precisa dei numerosi libri di storiografia locale che vengono pubblicati ogni anno. Svevo e Magris sono tra gli autori triestini più richiesti anche dai turisti: al San Marco la “triade triestina” Svevo-Saba-Joyce diventa Saba-Magris-Pahor, anche se il titolo più venduto in assoluto è quello di Stelio Vinci sui cento anni del Caffè.

Essere clienti di Loriana è una grande fortuna e lo capisci quando vedi come i suoi occhi si illuminano di passione quando ti parla di libri. Lo fa con garbo e una sorridente umiltà, ascolta molto più di quanto parli, perché “la vita di una libreria è nel rapporto tra il libraio e il cliente, nel lasciarsi sorprendere sia dalle sue richieste che dalle proposte; le vere librerie nascono da un rapporto continuo con il lettore, in cui ogni giorno è un giorno per imparare qualcosa”. Vecchi clienti del Caffè diventati nuovi lettori, giro d’affari in crescita, richieste continue di presentazioni e incontri, ma la più grande soddisfazione di Loriana è quella di “ricevere telefonate di gente che cerca alcuni titoli e chiama anche qui, anche se abbiamo lo stesso numero del Caffè, quindi ora siamo riconosciuti come libreria a tutti gli effetti”. La soddisfazione di aver creato una vera libreria.

schiozzi@comunicarte.info

M Schiozzi è graphic designer ed editore di Comunicarte

crediti foto Palazzo del Comune Plamen Agov  (licenza CC BY-SA 3.0)