Parlando di vaccini, non esistono posizioni opposte

Chi è contro l’acqua potabile?

di Roberto Burioni

dal numero di novembre 2016

Uno dei fraintendimenti più grandi che possiamo trovare girando per la rete, parlando di vaccinazioni, è l’idea che sia indispensabile il verificarsi di un dibattito tra «le posizioni opposte». Questo è un gravissimo errore, in quanto quando parliamo di vaccini non esistono due «posizioni opposte»: esiste la verità scientifica, accettata dall’intera comunità scientifica mondiale, insieme all’Unicef, a Medici Senza Frontiere, a Emergency,  che afferma la sicurezza e l’utilità dei vaccini, e una schiera piccola ma rumorosa di persone (che evito di qualificare) senza alcuna autorevolezza scientifica, che per motivi che non voglio indagare sostengono che i vaccini sono inutili e pericolosi. È  evidente chi sta raccontando delle balle.

Nessun diritto di parola

Questi signori, che raccontano pericolose bugie che spingono i genitori a comportamenti che mettono a rischio la salute non solo dei loro figli, ma anche dei figli degli altri, hanno effettivamente diritto di parola? Secondo me no. In un dibattito sulla violenza alle donne, riterreste giusto ascoltare chi sostiene che ogni tanto quattro schiaffi alla moglie è giusto darli? Oppure, parlando di prevenzione degli incidenti, vi sembrerebbe giusto invitare chi sostiene che in fondo guidare ubriaco non è pericoloso? Naturalmente no. Sono voci false, spesso in malafede, che costituiscono un pericolo, e non una legittima espressione della libertà di opinione: così come non è una legittima espressione della libertà di opinione il gridare «c’è una bomba» in uno stadio dove 70.000 persone stanno assistendo a una partita di calcio. Parlando di sport, è peraltro singolare che il principio secondo il quale chi non sa nulla di un certo argomento non contribuisca in maniera costruttiva ad un dibattito venga accettato senza problemi nelle telecronache degli avvenimenti sportivi e nei dibattiti che seguono alle partite, ma non in campo scientifico. Avete mai sentito commentare una partita di basket da qualcuno che non ne conosce le regole? Certamente no. Eppure a me è toccato discutere di vaccini con Red Ronnie ed Eleonora Brigliadori, che non mi sono sembrati particolarmente esperti in questo campo.

Una considerazione particolare deve poi essere dedicata ai medici: mentre un disk jockey che racconta delle falsità sui vaccini può essere perdonato, perché non è il suo campo (la colpa semmai è di chi lo invita e di chi lo ascolta), quando ci troviamo di fronte a un medico che sostiene l’inefficacia o la pericolosità dei vaccini sconsigliandoli senza motivi concreti siamo davanti o a un ignorante o a una persona in malafede (o entrambe le cose insieme). In un caso e nell’altro costui non dovrebbe più fare il medico e dovrebbe – come accade in paesi più rigorosi – essere radiato dall’ordine. Spesso i genitori mi dicono «quel medico dice che i vaccini causano l’autismo, ed è un medico come te!»; ecco il problema è che quello è un medico come me. L’ordine dovrebbe risolvere il problema radiandolo, così non sarebbe più un medico come me; come non lo è più Andrew Wakefield, di cui sentite parlare frequentemente in questi giorni come regista di un film che viene proiettato in giro per il nostro paese, acclamato dai (fortunatamente pochi) antivaccinisti e giustamente osteggiato dalle istituzioni più serie e rigorose, come per esempio il Comune di Rimini, che nella persona del sindaco Andrea Gnassi e del Vicesindaco Gloria Lisi ha preso una posizione netta e coraggiosa contro la diffusione di queste falsità.

Andrew Wakefield

Brevemente, Andrew Wakefield era un medico che nel 1998 ha pubblicato un lavoro su dodici bambini che suggeriva un legame tra vaccinazione contro morbillo, parotite e rosolia e l’autismo. Il lavoro conteneva dati falsificati e già questo sarebbe molto grave; ma oltre a scrivere bugie Wakefield ne ha fatte di tutti i colori: senza alcun motivo ha sottoposto i bambini a colonscopie e a punture del canale lombare (una procedura invasiva, dolorosissima e pericolosa) e – per darvi rapidamente un’idea del personaggio – è arrivato a eseguire dei prelievi di sangue non autorizzati alla festa di compleanno del figlio pagandoli cinque sterline.

Andrew Wakefield

Andrew Wakefield

Perché l’ha fatto? Semplice: per soldi. Da due anni era su libro paga di uno studio legale che gli aveva versato 435.643 sterline come consulente sperando di fare soldi con le cause contro lo stato, e poco prima della pubblicazione del lavoro falso aveva depositato un brevetto per una nuova procedura di vaccinazione contro il morbillo (che avrebbe dovuto sostituire quella in uso se la sua truffa fosse riuscita) e fondato un’azienda, la Immunospecifics Biotechnologies Ltd, che avrebbe dovuto produrre e vendere il nuovo vaccino. Indovinate chi era il direttore di questa azienda? Il padre di uno dei dodici bambini dello studio. Per non farsi mancare niente addirittura sperimentò su questo bambino il suo nuovo vaccino senza autorizzazione e senza neanche dirlo al pediatra che lo seguiva.
Un bravissimo giornalista del «Times» (il «Times» di Londra, non «Informare Per Resistere» o cose del genere), Brian Deer, smascherò la truffa. Wakefield lo denunciò per intimidirlo, ma perse la causa talmente male da essere condannato a pagare una valanga di spese legali. Non contento, provò a denunciarlo negli Stati Uniti, ma anche lì perse la causa e rimediò dal tribunale una sonora bastonata. Il lavoro fu ritirato dal giornale scientifico (la peggiore infamia che possa capitare ad un ricercatore) e l’Ordine dei Medici britannico (Gmc) dopo una rigorosa procedura lo radiò, definendolo «disonesto ed irresponsabile» e sentenziando che Wakefield aveva agito con «spietato disprezzo per le sofferenze e per il dolore che i bambini avrebbero sofferto» (callous disregard for the distress and pain the children might suffer).

I farmaci più sicuri che abbiamo

Wakefield è stato scelto come bandiera dagli antivaccinisti che lo considerano il loro eroe. A me sembra invece chiaro che non siamo di fronte a un Galileo incompreso e perseguitato, ma ad una persona che ognuno di noi terrebbe ben lontano dalla propria casa, dal proprio portafoglio e soprattutto dai propri figli, che alla faccia dei delinquenti devono essere invece vaccinati in tutta tranquillità.
Infatti i vaccini non sono pericolosi. Sono i farmaci più sicuri che abbiamo, e il rapporto rischio-beneficio è immensamente favorevole. I vaccini non sovraccaricano il sistema immunitario: chi dice questo non sa cosa sia il sistema immunitario, perché i vaccini al contrario lo rinforzano nel modo più naturale possibile. È inoltre cruciale non ritardare le vaccinazioni: posticipare serve solo a lasciare i bambini esposti alla minaccia di pericolosissime malattie proprio nel momento in cui sono più vulnerabili. I vaccini sono comunque farmaci, e deve somministrarli un medico, che visitando il vostro bimbo potrà rendersi conto di eventuali controindicazioni, peraltro rarissime. Se il vostro pediatra è genericamente contrario ai vaccini, ebbene in questo caso cambiate subito pediatra. Non vaccinando i vostri figli li esponete a un rischio grave e ingiustificato. Non solo: circolando di meno i virus, i vostri figli potranno contrarre le malattie da adulti, con maggiore gravità. Per ultimo, non vaccinando fate circolare i virus, per cui con il vostro comportamento metterete a rischio anche la salute di chi, come per esempio un bimbo malato di leucemia, non si può vaccinare; o quella di un neonato, che ancora non ha fatto in tempo a vaccinarsi.

Quando vi dicono che le vaccinazioni sono un complotto delle multinazionali che producono farmaci, sappiate che nel 2015 tutti i vaccini messi insieme (compresi quelli degli adulti) hanno fatturato circa 310 milioni di euro (l’1,4 per cento dell’intera spesa per farmaci) mentre le medicine per curare una sola malattia per la quale non abbiamo il vaccino (l’epatite C) oltre 1700 milioni di euro. Un euro speso in vaccini ne fa risparmiare almeno trenta in cure, senza contare il dolore dei bambini e dei loro genitori. Per cui se non vaccinate i vostri figli, sappiate che le case farmaceutiche vi saranno profondamente  grate.
Il vaccino non è un’opinione, ma l’intervento umano che, insieme alla potabilizzazione delle acque, ha salvato più vite nel nostro pianeta ed ha evitato lutti e dolori, arrivando a fare sparire una malattia terribile come il vaiolo, e rendendo nel nostro paese la poliomielite solo un ricordo. Ma attenti, perché se smettiamo di vaccinare i bambini mentre il vaiolo è scomparso per sempre, la poliomielite ancora in giro per il mondo esiste eccome: potrebbe tornare, e molto probabilmente tornerà.
Questi sono i fatti che vi ho raccontato come professore di virologia, medico e specialista in immunologia che da oltre trenta anni studia questi argomenti tutti i santi giorni; posso però dirvi che oltre che medico e professore sono pure padre di Caterina Maria, una bimba di cinque anni. Pur essendo un padre molto ansioso l’ho vaccinata nei tempi prescritti e in tutta tranquillità. Fatelo anche voi.

roberto.burioni@hsr.it

R Burioni insegna microbiologia e virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele