Speciale Primo Levi: il suo pubblico

Valicare i confini

di Fabio Levi

dal numero di ottobre 2015 – Speciale Primo Levi

Primo Levi ha sempre cercato con cura e con tenacia il proprio pubblico: sin dal suo ritorno da Auschwitz non ha cessato di raccontare a voce e per iscritto le sue avventure dolorose e straordinarie con piena consapevolezza dell’interlocutore cui si rivolgeva. Si è dovuta però attendere l’edizione Einaudi del 1958 perché a Se questo è un uomo fosse garantita una vita sicura per i decenni a venire. Proprio in quello stesso momento alcuni fra i giovani più sensibili e consapevoli della nuova generazione chiedevano finalmente di sapere. E Levi non ha esitato a dare il proprio contributo – e lo avrebbe fatto per molto tempo ancora –, senza diplomatismi e senza censure: ha scritto e ha parlato, soprattutto nelle scuole, chiamato dagli insegnanti più aperti e coraggiosi e dai loro ragazzi. Ha risposto alle domande più imprevedibili e, con il suo discorso pacato, profondo e intessuto di fatti concreti, ha saputo imporsi anche ai più increduli, contribuendo a costruire un argine solido e duraturo contro i ragionamenti pretestuosi e le strumentalizzazioni interessate.

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