Roberto Todisco – Jimmy l’americano

Sognare al cinema

recensione di Mirella Serri

dal numero di marzo 2018

Roberto Todisco
JIMMY L’AMERICANO
pp. 250, € 17,50
Elliot, Roma 2017

Roberto Todisco - Jimmy l'americano“Passava tutto il giorno al cinema, ma al Vittoria, per non incontrare lo zio. Quel cinema aveva una particolarità: don Gaetano, il baffuto e rubicondo gestore, aveva appena fatto installare un nuovo meccanismo in grado di rendere il tetto apribile e trasformare la sala in un’arena cinematografica all’aperto, molto ricercata nelle afose serate estive. A Jimmy piaceva attardarsi dopo la proiezione, da solo in mezzo alle sedie di legno, a osservare le stelle. Poteva rimanere lì finché voleva perché in quel periodo si baciava di nascosto con la figlia della maschera, una ragazza bruna dal temperamento sanguigno che intercedeva per lui”. Sognare al cinema. Sognare le sere d’estate seduti sulle poltrone di una sala cinematografica dove con l’apertura del tetto si vedono le stelle. Usa una lingua raffinata ed elegante, Roberto Todisco. Napoletano, classe 1982, laureato in lettere moderne, giornalista, lo scrittore è fra gli animatori della rivista web Le Storie di Altro. Con l’opera prima porta il lettore nel fascinoso mondo del cinema. Il suo romanzo, che ha riscosso molti consensi e ha ricevuto una menzione speciale alla XXX edizione del Premio Calvino, risente degli influssi del grande schermo. In Jimmy l’americano, dove un bambino cresce suggestionato dal mondo di celluloide, si sente l’eco di Nuovo cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore. Ma si percepisce anche l’influenza di Il postino suona sempre due volte, film del 1981 diretto da Bob Rafelson, tratto dal romanzo omonimo di James M. Cain. Fondamentale è poi Jules e Jim, la celebre opera cinematografica del 1962, diretta da François Truffaut, che con la storia di un triangolo amoroso catturò generazioni di giovani i quali vi si riconobbero e ne trassero ispirazione per le loro battaglie per la liberazione sessuale. Una liberazione che sarebbe arrivata solo dopo un decennio. Protagonista del film è una splendida Jeanne Moreau, una donna sensuale e ironica. Nel libro invece è Teresa la ragazza passionale che persegue l’amore nella sua forma più anarchica e liberatoria.

Altro personaggio è Giacomo, giovane medico che sembra coltivare internamente una forma di follia, una specie di cupio dissolvi. Soprannominato Jimmy l’Americano, Giacomo sogna di approdare e di andare a vivere nel grande paese oltreoceano fin da quando era un ragazzino (ambizione di tanti gli intellettuali italiani sotto il fascismo). Ma anche Teresa è votata a una forma di perdizione erotica che confina con l’autodistruzione psicologica. I due amanti finiscono per contagiare e coinvolgere anche il marito di Teresa, Italo, giornalista ebreo che ha vissuto l’esperienza della guerra in Etiopia. Il libro dal punto di vista letterario si rifà, con grande consapevolezza, a opere come Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini ma anche ai racconti di Mario Soldati e di Alberto Moravia, scrittori che in maniera differente, mentre vivevano sotto il giogo della dittatura, sentivano l’importanza della letteratura americana e della sua forza visionaria. Sognante e magmatico, il romanzo di Roberto Todisco affida al sentimento estremo che coinvolge i protagonisti la capacità di contrapporsi in maniera frontale alle oppressive regole del mondo in camicia nera. L’amore è sinonimo di sovvertimento delle convenzioni e conquista della libertà. E il romanzo parlando del passato ci offre uno squarcio assai attuale sulla forza e l’importanza dei sentimenti.

mirella.serri@fastwebnet.it

M Serri è giornalista e scrittrice