Spirito ironico, mano inconfondibile e amore per i libri. Intervista a Sergio Ruzzier

Intervista a Sergio Ruzzier di Marina Petruzio

Sergio Ruzzier è autore e illustratore di fama internazionale. In Italia è pubblicato da La Grande Illusion e Topipittori. Il suo ultimo libro, Diciassette fiocchi di neve, è nella terzina finalista del Premio Nati per Leggere. Da qualche mese è anche membro del direttivo della Maurice Sendak Foundation, quel Maurice Sendak che Ruzzier anelava conoscere ai suoi esordi come illustratore a New York e di cui poi è diventato amico, e oggi è traduttore.

In attesa dell’incontro che si terrà al Salone del Libro di Torino il 10 maggio, alle 16.45 in Sala Gialla, (Pad.4), dove Ruzzier parlerà, insieme a Martino Negri, dell’opera e del pensiero di Maurice Sendak, gli poniamo alcune domande.

Sergio Ruzzier, che cos’è la Maurice Sendak Foundation e come opera?

La Fondazione Sendak è nata per volontà di Sendak stesso ben prima della sua morte. Consapevole della vastità e della complessità del patrimonio che avrebbe lasciato, Sendak chiese a Lynn Caponera, sua assistente da decenni, di continuare a gestire tale patrimonio una volta che lui se ne fosse andato. Oggi la Fondazione, tuttora diretta da Caponera, promuove l’eredità artistica di Sendak, garantendo che i suoi libri continuino a essere pubblicati e disponibili sul mercato sia in America sia nel resto del mondo.

Nel sito della Fondazione è riportato un pensiero di Sendak alla voce Valori: “Da bambino sentivo che i libri erano oggetti sacri, da accarezzare, annusare con estasi e di cui prendersi cura con devozione. Ho dato loro la mia vita”.

Sì, diciamo che la Foundation si occupa prima di tutto di mettere in pratica questo pensiero. Una dimostrazione di questa cura è l’altissima qualità nella produzione dei libri a figure che Adelphi sta pubblicando in Italia.

Per fare un esempio, chiunque prenda in mano il cofanetto Gusci di Noce se ne può rendere facilmente conto. Pubblicato originalmente negli Stati Uniti nel 1962 col titolo Nutshell Library, ovvero “biblioteca minima”, contiene quattro preziosi libretti: un abbecedario, un libro per contare, un libro dei mesi e una storiella morale. Queste sono delle versioni dei tipici soggetti dei chapbook per bambini della tradizione anglosassone sette-ottocentesca. Ovviamente interpretate da Sendak con il suo consueto spirito ironico e dalla sua mano inconfondibile.

Veniamo al libro la cui traduzione è a tuo nome: Bombo-Lardo, un libro che ha anche una connotazione sentimentale, intima per te, che è uscito durante la fellowship alla quale stavi partecipando e che è l’ultimo libro di Sendak pubblicato in vita, scritto e illustrato da lui. Il precedente risaliva a trent’anni prima ed era Nel mondo là fuori.

L’idea originale per questa storia viene da una breve animazione realizzata da Sendak in collaborazione con Jim Henson (il creatore dei Muppets, per intenderci) agli inizi degli anni settanta. Diciamo che questa è stata il germe che molti anni dopo sarebbe diventato Bumble-Ardy, pubblicato nel 2011. Ero lì da lui in Connecticut quando sono arrivati gli scatoloni con le copie da autografare. È un libro meraviglioso che secondo me conclude il ciclo composto da Nel paese dei mostri selvaggi, La cucina della notte e Nel mondo là fuori.

Quando mi è stato chiesto di curare la traduzione, mi sono subito reso conto della difficoltà dell’impresa. Fortunatamente sono stato in grado di parlare più volte con Michael di Capua, editor originale del libro (e secondo e ultimo editor di Sendak, dopo la leggendaria Ursula Nordstrom) e anche lui membro del direttivo della Fondazione. Parlando con lui ho potuto capire un po’ meglio alcune scelte nel testo originale e la cosa mi ha facilitato nella riscrittura in italiano. Grazie invece a Lynn Caponera, ho avuto accesso a un preziosissimo dummy (menabò, prototipo manufatto) degli anni novanta, che mi ha permesso di seguire il percorso creativo, aiutandomi ulteriormente nel compito. Il testo originale è in rima, cosa che funziona elegantemente in inglese ma che non poteva assolutamente funzionare in italiano se non sacrificando il contenuto del testo. Così ho preferito rimanere fedele al contenuto, alla metrica e al fondamentale rapporto tra le parole e le figure, sacrificando parzialmente la rima.

Una curiosità: in questo libro ci sono tre doppie pagine consecutive, a piena pagina e senza testo, che fanno subito pensare al “finimondo” di Max e i suoi mostri selvaggi. Con Bombo-Lardo Sendak insiste su un tema a lui molto caro, ovvero la straziante consapevolezza da parte del bambino della precarietà dell’esistenza. Il maialino protagonista, per scampare alle ire della zia imbestialita per un suo malestro, promette che non compirà più gli anni. Se non fosse chiaro che il maialino Bombo-Lardo è Maurice, si guardi la data di nascita di entrambi, il 10 giugno.

marinapetruzio@gmail.com
M. Petruzio è studiosa di letteratura per l’infanzia e costume