Sinnos | Interviste agli editori

intervista a cura della redazione online a Della Passarelli, direttrice editoriale di Sinnos

La storia di Sinnos è molto particolare, perché ha avuto origine all’interno del carcere romano di Rebibbia. Come nacque la casa editrice?

È nata da un desiderio di libertà e di costruzione di futuro. Non solo per se stessi: quel piccolo gruppo di detenuti che aveva imparato ad impaginare sapeva bene che il lavoro – spina dorsale della nostra Costituzione – era la via per la rinnovata libertà e voleva trovare un modo per partecipare alla costruzione di futuro: niente di meglio che i libri per bambini e ragazzi, per lasciarsi alle spalle il carcere pensando un progetto editoriale che avesse alla base il dialogo, lo scambio, la conoscenza: la costruzione di ponti. Io insieme ad altre persone speciali: Antonio Spinelli, Paolo Traniello, Vinicio Ongini ero lì come volontaria, per caso. E quel caso ha cambiato la mia vita.

Avete appena compiuto trent’anni. Come è cresciuto e come si è trasformato negli anni il vostro progetto editoriale? Cosa rimane della Sinnos delle origini?

Siamo partiti da una editoria “di servizio” con un progetto chiaro: accogliere i bambini e le bambine che stavano iniziando – alla fine degli anni ’80 – a sedersi nei banchi di scuola del nostro paese. La collana “I Mappamondi”, seguita da “Zefiro”, è stata apripista nelle scuole italiane e oggetto di studio anche nelle università straniere. Libri bilingui, biografie e storie di tradizione, per conoscere chi stava arrivando, per preparare il cammino comune. E poi Nomos, la collana che è partita dalla nostra Costituzione per arrivare alla Cittadinanza scientifica, passando per i diritti delle donne, la battaglia contro le mafie, il lavoro; limiti e regole da rispettare, ingiustizie da saper individuare e smantellare. Oggi, nonostante chi stia raccontando il contrario, siamo una cultura e una società arricchita da lingue e culture diverse: non abbiamo più bisogno di libri ponte, ma semmai di letteratura in tante lingue diverse. Per i piccoli lo sta facendo Ibby Italia insieme a Nati per Leggere con il progetto Mammalingua. Di regole e limiti abbiamo continuato a parlare (La Costituzione in tasca è il nostro ultimo nato in questo senso), ma da almeno dieci anni la ricerca è andata verso la letteratura: scrittura e illustrazione di qualità. I valori che abbiamo all’inizio portato in libri “utili” vogliamo portarli grazie ai libri “con la vita dentro” per dirla con Calvino, che possano essere cercati e trovati e magari moltiplicati nelle belle storie. Nutrire ragione e sentimento, cosa che fanno tutti i buoni libri.

Sinnos vuol dire “segni”. Quali caratteristiche deve avere un libro per entrare nel vostro catalogo e con quale idea scegliete i vostri testi?

La qualità della scrittura e dell’immagine. Sembra banale ma non lo è. Riceviamo tante proposte, ma i “no” sono molti. Lo sono senz’altro anche per via di una scelta di fare un numero di titoli l’anno che possiamo seguire e curare, ma anche perché purtroppo spesso si pensa che la scrittura e l’illustrazione per bambini e ragazzi sia cosa facile. La scrittura e l’illustrazione non sono facili mai. Sono segni che danno contenuto se ben organizzati, se messi insieme con sapienza. E lasciano segni nella nostra formazione, nel nostro essere. E maggiormente questo accade quando ci rivolgiamo ai bambini e ai ragazzi. Fare libri non è un mestiere semplice, così come leggere non è azione facile. Chi davvero è scrittore e illustratore sa la cura e il tempo e la fatica che ci vogliono per arrivare ad un risultato buono. E questo lo si avverte subito quando si legge, non credete? Io leggo volentieri i polizieschi che sono considerati un genere non alto e capisco subito se la scrittura è fasulla e allora non mi diverto più. La lettura può diventare attività piacevole e leggera senza dubbio, leggerezza non vuol dire materiale scandente. Proprio per questo, perché possano affrontare complessità e trarre piacere nella lettura, dobbiamo educarli ad una scrittura e ad un’immagine di qualità perché possano sviluppare quella magnifica attività del cervello che è “leggere”. Che serve – ce lo dice la neuroscienza – anche ad innamorarci meglio. La scelta di un libro Sinnos poi dipende anche dagli equilibri del nostro catalogo, che abbraccia un ampio spettro di possibilità, dai piccolissimi agli adolescenti. Ma ripeto che è quella storia che ci fa saltare sulla sedia, che aggiunge qualcosa, che ci sorprende e che quindi vogliamo abbia lettori, la guida per la scelta di un libro.

Quali sono i libri più rappresentativi della vostra storia, quelli che hanno segnato le tappe più significative nell’evoluzione del vostro progetto?

Io dico sempre che gli incontri felici sono stati fondamentali per l’evoluzione del nostro progetto. I primi con le Biblioteche di Roma e della sua provincia, poi con librai importanti e con le riviste specializzate, e gli insegnanti. Ma gli autori fanno la differenza, perché nutrono concretamente il nostro percorso. Difficile scegliere, ma direi: La scelta di Luisa Mattia perché ci ha aperto alla narrativa per adolescenti (con questo libro nacque la collana Zonafranca, che raccoglie grandi firme come Patrizia Rinaldi, Francesca Bonafini, Bart Moeyaert e Christophe Lèon) e perché continua ad essere un libro vivo nel nostro catalogo, un piccolo classico. Gli albi illustrati Le altre Cenerentole e Giufà – Chiara Carrer con rispettivamente Vinicio Ongini e Francesca Corrao: ultimi albi della vecchia Sinnos, ma alla ricerca di una qualità artistica e di bellezza. La prima volta che sono nata che forse ci ha dato la possibilità di farci conoscere ad un pubblico più vasto. Le Cattive Ragazze che hanno aperto la strada al graphic novel: un progetto seguito e nato dentro Sinnos che poi ha aperto (a volte direi purtroppo) alla scoperta dei cataloghi femminili. E infine l’incontro con Stefan Boonen e Melvin, autori fiamminghi che con Week end con la nonna hanno inaugurato una collana piuttosto unica: a metà tra albo e fumetto molti titoli ormai sono anche di autori italiani, come Annie il vento in tasca o Controcorrente, che stiamo vendendo e abbiamo venduto anche all’estero.

Negli ultimi cinque anni il vostro lavoro ha preso direzioni nuove. In particolare, vi siete lasciati alle spalle i “temi” per “lavorare su parole e immagini”, avete dato sempre più spazio agli autori stranieri, a cominciare da Bart Moeyaert, ma avete anche ottenuto importanti riconoscimenti per i vostri autori e illustratori… Penso, per esempio, a Daniela Carucci, che con il suo Ruggiti è arrivata nella cinquina del Premio Strega 2020.
Ci raccontate la Sinnos più recente? Come si è trasformato il vostro modo di raccontare storie?

Esattamente: nell’evoluzione del nostro progetto in 30 anni c’è stata la ricerca di libri che quei temi li avessero dentro la storia, la sua forma, il suo stile. Tra le cose belle di questo mestiere c’è la ricerca che si fa in gruppo: le diverse voci della casa editrice si interrogano e dialogano per trovare libri sempre più belli e che possano interessare i nostri lettori. La scoperta di autori stranieri, con l’esempio che facevo prima, a volte è stata sollecitazione per gli autori italiani. Ma è anche capitato che soluzioni trovate per le edizioni italiane di libri esteri, in particolare negli albi o nelle “graphic prima”, siano state poi accolte anche dall’editore o autore stranieri. Io penso che Sinnos abbia fatto (anche grazie all’attenzione ai consigli e alle critiche) un buon lavoro di ricerca. Nel nostro catalogo abbiamo autori stranieri con i quali esiste un rapporto forte di scambio e di fiducia, come quello con Bart Moeyaert, riconosciuto tra i migliori scrittori per ragazzi al mondo, ALMA 2019. E che ha aperto dialoghi con i suoi lettori italiani ricchi di riflessioni, grazie ai suoi libri. Lo ha fatto in presenza e – in questo periodo di lockdown – anche virtualmente. E che bellezza ascoltare il suo dialogo con i ragazzi! In autunno uscirà un nuovo lavoro, completamente diverso, che ci auguriamo possano leggere anche gli adulti. Perché non ci fa male, anzi. E poi c’è il lavoro con i nostri autori italiani. Alice Keller e Veronica Truttero, in qualche modo nate in seno a Sinnos, Patrizia Rinaldi – da poco uscita con il suo ultimo romanzo per ragazzi, Hai la mia parola – che ha una voce del tutto originale, come pure quella di Francesca Bonafini. Incontri felici, appunto, nutriti nel tempo. Arriva poi nella posta elettronica un Ruggiti di Daniela Carucci che arriva finalista al Premio Strega ragazzi! Un’opera prima arrivata senza presentazioni: per questo bisogna leggere tutto quello che arriva. Lo stesso è accaduto per Cole Tiger e l’esercito fantasma di Federica D’Ascani. Ecco ci fa piacere che in qualche modo gli scrittori riconoscano la nostra ricerca: quando si attiva una relazione costruttiva e forte tra un autore e il suo editore, nascono bellissimi libri.

Dal 2013, anno in cui avete pubblicato Cattive ragazze di Assia Petricelli e  Sergio Riccardi, non avete mai smesso di parlare di donne. Com’è proseguita, da allora, la vostra idea di indagare figure femminili dimenticate, poco raccontate?

Con Nina e i diritti delle donne, di Cecilia D’Elia e Rachele Lo Piano abbiamo iniziato nel 2011 un percorso lungo, fatto anche di incontri con ragazzi e ragazze, sul valore dei diritti che le donne hanno conquistato in questo paese. Cattive Ragazze nasce poi davvero dal caso. Assia Petricelli e Sergio Riccardi ci avevano portato 3 progetti di fumetto che a quei tempi (proprio intorno al 2011) noi non facevamo. E probabilmente non avremmo mai fatto se non avessimo visto quel catalogo di donne – moltissime. Abbiamo ragionato con loro per trovare un timone, un punto di vista e ci siamo ritrovati sulle donne del ’900, di tante parti del mondo, con vite e competenze diverse. Non un catalogo appunto ma una sollecitazione da cui partire. Questa è stata, credo, la forza di questo libro (introdotto proprio da Cecilia D’Elia!) che ha viaggiato tantissimo, da nord a sud, fra tante classi e addirittura in un carcere, grazie al Salone del libro di Torino! In questo modo ha dato vita a nuove liste di donne, tra le più famose a quelle più familiari, che hanno riempito le lavagne di tutta Italia e siamo certi che abbiano lasciato un segno.

Non abbiamo mai smesso di raccontarle, perché l’impegno e il ruolo delle donne è ancora troppo sconosciuto.  Abbiamo sempre cercato – come in Cattive Ragazze – di non dimenticare gli uomini che ci piacciono, che sanno starci accanto. È bene che anche i lettori maschi sappiano riconoscere sia il ruolo delle donne che trovare testimonianza di comportamenti maschili positivi.

La ricerca avviene come avviene per la maggior parte dei nostri libri, grazie alle proposte degli autori di cui ormai ci fidiamo. E che sanno che non cerchiamo temi: e allora in Una ragazza in cima c’è Henriette D’Angeville, prima donna a o organizzare una sua spedizione per scalare il Monte Bianco, in Controcorrente c’è il riferimento costante a Gertrude Ederle, che per prima attraversò a nuoto la Manica; troviamo la ciclista Annie Londonderry in Annie il vento in tasca e tra poco arriverà una bella storia su Lily Parr… Naturalmente c’è poi la ricerca nei cataloghi stranieri (tra le ultime uscite, Il vestito dei sogni di Rose, di Katherine Woodfinein, il cui riferimento è Rose Bertin, prima stilista della storia).

Ma vorrei ricordare che l’editoria per ragazzi ha sempre parlato di donne. Negli anni ’70 c’era addirittura una casa editrice che si chiamava Dalla Parte delle Bambine. E non dimentichiamo Le Sirene delle edizioni EL e poi ancora le biografie delle scienziate di Editoriale Scienza. Il mondo degli adulti sembra se ne sia accorto solo con le Bambine Ribelli, ma l’editoria per ragazzi italiana ha fatto un grande lavoro. Purtroppo libri e lettura fanno poco parte della formazione, nelle scuole.

E non avete nemmeno mai smesso di parlare del diritto di leggere per tutti…

Anche qui: l’accessibilità dei libri deve partire da belle storie. Abbiamo deciso nel 2006 di mettere insieme un team di esperti (logopedisti e neuropsichiatri) per progettare insieme alcune caratteristiche utili ad abbattere ostacoli alla lettura, perché quelle belle storie fossero accolte senza paure, e che ha dato vita alla collana leggimi! e all’APP gratuita per leggere su smartphone e tablet. Una font, quindi, che eviti confusioni tra le lettere, ma anche accorgimenti grafici, spaziatura, carta che accolgano il lettore anziché respingerlo.

Ma perché il diritto di leggere possa essere esercitato davvero da tutti i bambini e le bambine servono luoghi, spazio e tempo per la lettura. Biblioteche di pubblica lettura, biblioteche a scuola (per questo abbiamo da anni il progetto Le Biblioteche di Antonio), librerie. Dovremmo vivere in un paese dove i libri siano una cosa normale. Ci sono luoghi nel nostro paese, ne cito due diversissimi: Vicenza e il suo territorio e Zafferana Etnea, dove i ragazzi leggono di media tra i 10 e 20 libri l’anno (con punte a 25!). Quei bambini veneti e siciliani non hanno le orecchie verdi e le antenne: hanno le biblioteche a scuola! Sono abituati a leggere. E non vedono la lettura come antitesi alle nuove tecnologie. Governano le nuove tecnologie grazie alla lettura. Ora finalmente abbiamo una legge sul libro: rendiamola concreta.

Un incontro molto felice della vostra casa editrice è stato quello con Fabio Stassi, uno scrittore generalmente pensato come scrittore per adulti.

Esiste una distinzione tra scrittori per adulti e scrittori per ragazzi, o la scrittura è scrittura e punto…

La scrittura è scrittura, punto. Lo dicono gli scrittori. Anche quelli, come Bart Moeyaert o Patrizia Rinaldi, che sono felici di poter scrivere per ragazzi. E Fabio Stassi forse, grazie a questa nostra relazione iniziata con la storia di La leggenda di Zumbi l’immortale e arrivata a La gamba di legno di mio zio, sta comprendendo quanto efficace sia il rapporto con i bambini e gli adolescenti quando si scrive per loro. Cambia la voce, certo. Intesa non come “facciamo le vocine”, ma come voce narrante che sa a chi si sta rivolgendo. Nei romanzi per adolescenti poi, ci possono essere begli “scambi di comodini”, espressione felice di Alice Keller durante uno degli ultimi incontri con ragazzi delle medie: oltre ad entrare nei panni di qualcun altro e quindi di una femmina se sei un maschio e viceversa, puoi anche scambiare i libri che hai sul tuo comodino con i tuoi genitori; puoi iniziare a leggere la letteratura “adulta” e far leggere loro la tua letteratura, che – ripeto – arricchisce anche noi grandi.

Avete festeggiato i trent’anni in tempi di pandemia. Come state affrontando questa situazione così complessa che ha costretto a rimandare e riprogrammare le uscite, sospendendo fiere e incontri nelle librerie?

In questo periodo abbiamo cambiato modalità di incontri e in qualche modo anche di vendita. Incontri a distanza sulle piattaforme online (non abbiamo smesso di incontrare i nostri lettori grazie a quegli insegnanti che hanno potuto lavorare anche con i libri e non solo sul web) e vendendo anche attraverso i canali online che si erano attivati, non dimenticando la collaborazione con le librerie (e il sostegno alle iniziative che le indipendenti hanno promosso durante la quarantena). Io spero che una cosa ci abbia insegnato questo maledetto virus: che insieme possiamo fare meglio. Che il noi vale più di io, anche se ci stanno chiedendo “distanziamento sociale” (che espressione triste!) noi dovremmo ormai aver capito che le richieste fatte insieme, editori, librai, insegnanti, bibliotecari hanno una maggiore forza. Che dobbiamo cercare di essere capaci di rinnovare senza lasciare però la qualità dei nostri mestieri. Che è fatta di presenza e di vicinanza. Abbiamo imparato che possiamo fare incontri online ed avere autori dall’altra parte del mondo che incontrino i ragazzi, che possiamo migliorare nei materiali che accompagnano i libri, che è fondamentale la collaborazione con le librerie indipendenti, e soprattutto con quelle del nostro settore: perché noi che ci occupiamo di libri per bambini e ragazzi facciamo lo stesso mestiere degli altri editori e librai, ma lo facciamo in modo diverso, con un impegno che prevede una cura diversa, nella selezione, nelle scelte e nell’incontro. Non migliore, semplicemente diverso.

Quali sono le novità in arrivo nel vostro catalogo?

Le scelte editoriali di questo 2020 si legano all’anniversario importante dei nostri 30 anni: purtroppo i titoli che desideravamo portare e presentare nelle principali fiere del settore, sono arrivati, a causa del lockdown, in libreria solo da poco. C’è l’albo Il grande libro delle navi di Luogo Comune, la prima graphic (a metà tra fumetto e albo illustrato) Le disavventure del Barone Von Trutt di Alice Keller e Veronica Truttero (sostenuto dal progetto “Per chi crea” di SIAE e MIBACT), il romanzo Hai la mia parola di Patrizia Rinaldi.

E ora stanno via via arrivando in libreria i libri per l’estate: Dieci piccoli volpi di Cecco Mariniello, una storia dedicata a amicizia, diversità e avventura della collana leggimi per primi lettori. Tre storie in cui tornano personaggi del nostro catalogo a cui siamo affezionati: il Signor Volpe, curioso e rispettoso amante della natura, che vive un’avventura sottomarina nell’albo Alla ricerca della stella degli abissi; Il cavaliere Saponetta (così chiamato per la sua passione per l’ordine e il pulito), che finalmente sposata l’amata e disordinatissima principessa Lucy, si trova a dover scongiurare un altro grande pericolo ne Il cavaliere saponetta e la terribile strega. E Viola, già protagonista insieme a Storm di D’amore e altre tempeste (graphic novel su amore e sesso, finalista Premio Andersen miglior fumetto 2019) che ci rivela le sue riflessioni profonde e intime di ragazza adolescente in PSSST! I pensieri segreti di Viola.

Che cos’è il progetto #SinnosFreeArea, che ha preso il via proprio in questi giorni?

Ha appunto molto a che vedere con quanto abbiamo imparato in questo periodo. Durante la quarantena abbiamo messo a disposizione sia pdf gratuiti dei titoli Sinnos, sia pubblicato sui social con l’iniziativa #restoconilibri diverso materiale scaricabile per realizzare attività partendo dalle nostre pubblicazioni.

Lo avremmo dovuto fare prima, ma il tempo non c’era mai e ora è stato invece necessario: le scuole e in generale gli adulti, educatori e genitori, hanno bisogno di materiali per arrivare ai libri. E in questa nuova sezione del sito inaugurata ora, la FREEAREA appunto, troveranno su tanti libri proposte, attività, laboratori, video di presentazione, che possono essere utili per aprire alla lettura, accompagnare un libro, guardarlo da un altro punto di vista. Che è quello che i libri ci aiutano a fare.