Federica Iacobelli – Storia di Carla

Scheda “Narratori italiani” dal numero di febbraio 2016

recensione di Mariolina Bertini

Federica Iacobelli
Storia di Carla
 pp. 362, € 15
Pendragon, Bologna 2015

download (1)Una giovane attrice italiana, Carla, legge ad alta voce un romanzo (Caro Michele di Natalia Ginzburg) a un’anziana signora francese invalida, Henriette Dubois. La professione di lectrice a Parigi è per Carla una sorta di rifugio; le ha permesso di sottrarsi alla precarietà faticosa di una professione difficile e a un amore ossessivo e masochista, che a Roma aveva trasformato la sua vita in un autentico incubo. Anche madame Dubois, appassionata di romanzi, sembra cercare nella letteratura un rifugio; anche lei ha amato per anni in modo non meno ossessivo e masochista Mario Caracciolo, il suo professore d’arte, il marito che all’apparire della sua malattia l’ha abbandonata. Federica Iacobelli, già sceneggiatrice e autrice di racconti per bambini, intreccia sapientemente, in questo suo primo romanzo, i fili di due esistenze femminili opposte, che diventano emblematiche di due diverse generazioni: l’esistenza di Carla, nata nel 1974, e quella di Henriette, che è stata giovane negli anni cinquanta. La vita di Henriette è stata irreversibilmente segnata dalla poliomielite, che ha cancellato insieme la sua vocazione di pittrice e il suo matrimonio con il fascinoso professore napoletano Caracciolo; la vita di Carla è stata non meno drammaticamente condizionata dalla fuga della madre, che l’ha partorita giovanissima per abbandonarla subito dopo. Entrambe elaborano versioni menzognere del loro passato e dei loro sentimenti, per riuscire a sopravvivere; entrambe, affascinate dai romanzi, trasformano in romanzo il proprio vissuto, fino a che il compiersi dei loro diversi destini non le reimmerge nell’imprevedibile realtà della vita vera. La scrittura di questa Storia di Carla è essenziale e lineare quanto l’intreccio è invece traboccante di peripezie, di coincidenze e di svolte impreviste come un feuilleton ottocentesco: il fascino e l’originalità dell’opera stanno proprio in questo originalissimo contrasto.