Giorgio Biferali – L’amore a vent’anni

Vita in tempesta

recensione di Massimo Castiglioni

dal numero di aprile 2018

Giorgio Biferali
L’AMORE A VENT’ANNI
pp. 192, € 14
Tunué, Latina 2018

Giorgio Biferali - L'amore a vent'anniC’è una città, Roma (molto più di un semplice sfondo), c’è un ragazzo che studia lettere alla Sapienza e vive con i genitori in un rapporto fatto di affetti e silenzio, c’è una ragazza particolarmente affascinante e ci sono gli sconvolgimenti, le riflessioni, i ripensamenti e gli sviluppi propri di una delle fasi più delicate della vita. Sono alcuni degli assi su cui si regge L’amore a vent’anni, non più solo il titolo di un film a episodi del 1962 (ricordato soprattutto per il segmento Antoine e Colette, secondo capitolo della saga che Truffaut ha dedicato al personaggio di Antoine Doinel) ma anche del romanzo d’esordio di Giorgio Biferali, pubblicato da Tunué.
Voce narrante è quella del protagonista, Giulio, che durante un esame si imbatte in Silvia, sua compagna di studi e vicina di casa. Tra loro si instaura una relazione che nasce all’insegna dell’esplosione amorosa, rivelando gradualmente lati burrascosi e complessi. Mentre i genitori di Silvia sono divorziati, Giulio nasce e cresce in una famiglia numerosa e unita, ma appesantita da fastidiose dinamiche. Del nucleo originario, in casa sono rimasti solo Giulio e i genitori (il fratello e la sorella più grandi vivono con le rispettive famiglie). Se con il padre il rapporto tira avanti sul filo della sopportazione e del distacco, tra momenti di freddezza e altri di ravvicinamento, con la madre è l’esatto opposto: lei tiene unita la casa, lei è la più vicina al figlio; eppure anche questa figura di donna affettuosa, saggia e quasi incrollabile è fonte di pensieri e preoccupazioni. Tutto è scontro: col padre (a cui sono rivolte le prime parole del testo), con l’amore, con la salute della madre; tutto ha il sapore di una scoperta, nel bene come nel male. Non è probabilmente un caso che gli eventi centrali siano raccontati da un momento successivo, fondendosi, con notevole scioltezza, con i ricordi più lontani (con passaggi molto armoniosi tra i vari piani temporali e narrativi). La scoperta della vita, dolorosa e meravigliosa insieme, porta con sé l’ansia che la tranquillità familiare possa non esistere più, che i ripari garantiti dagli affetti, dall’immagine innocente dell’amore e dalla famiglia (soprattutto) possano cadere come un castello di carte. E anche Giulio rivela più di un lato d’ombra: per quanto sia il suo sguardo a guidarci, e nei momenti più intensi scatti nel lettore un meccanismo di identificazione, è una persona che come le altre partecipa al caos del contesto in cui vive, un caos dove si accumulano sentimenti contraddittori, dove felicità e frustrazione si alternano, in un gioco di tensioni che il romanzo non ha paura di affrontare.

massimo1812@gmail.com

M Castiglioni è saggista