Le reti della lettura: tracce, modelli e pratiche del social reading

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recensione di Stefano Giovannuzzi

dal numero di novembre 2017

Chiara Faggiolani e Maurizio Vivarelli (a cura di)
LE RETI DELLA LETTURA
Tracce, modelli, pratiche del social reading
pp. 348, € 34
Bibliografica, Milano 2017

Le reti della lettura - Tracce, modelli, pratiche del social readingChiara Faggiolani e Maurizio Vivarelli sono i curatori di un volume a più voci, ma fortemente coordinato, sul filone delle ricerche interdisciplinari che ripensano il libro, lo spazio e i modi della lettura in un confronto aperto con la galassia dei social networks. Lo scenario è complesso e la transizione fra libro a stampa e libro digitale (che non dignifica la scomparsa del libro a stampa) ne riveste un aspetto importante, ma non esclusivo. Le reti della lettura affronta la questione in tutta la sua ampiezza, muovendo da una riflessione teorica – Parte prima. Elementi di scenario – che sottolinea il diversificarsi delle pratiche di scrittura e lettura in ambiente digitale, non certo il loro rarefarsi, e il mutamento che investe l’immaginario in rapporto alle rappresentazioni iconiche della lettura: l’immagine della lettura evoca il tablet e la rete dei saperi – anche soltanto l’uso del termine “rete” è indizio dello spostamento in atto – rileva la perdita di prestigio della struttura ad albero della cultura a stampa, sostituito dalle reti neuronali delle neuroscienze con cui dialoga internet. Sotto la spinta delle metafore neuronali è l’intero processo del pensiero e dell’intreccio fra i vari campi del sapere che entra in un sistema di relazioni inedite.
Ne emerge un accostamento alle questioni ricco di stimoli senza preconcetti o steccati, attento a cogliere gli aspetti più promettenti in un paesaggio che resta molto fluido. Le trasformazioni in corso non possono essere circoscritte entro formule definitive, e spesso pregiudiziali: è il punto di forza dei saggi teorici di Roncaglia e Ferrieri. La pratica della lettura (e della scrittura) non si è esaurita, ma si è dislocata dal libro alla rete, mutando ed espandendo le sue forme. Il web “rappresenta ormai più un ecosistema testuale complesso che un modello unico” (Roncaglia), il che comporta un rimescolamento di tutte le carte e l’apertura di prospettive inedite. La rete altera in profondità la forma del libro – dall’e-book al “libro liquido” scrive Ferrieri –, il concetto di autorialità – per quanto non assistiamo alla morte, come pensava Barthes, bensì a una nuova metamorfosi dell’autore (Ferrieri) – e produce un riassestamento complessivo delle pratiche di lettura (e scrittura).

Social reading: modelli, pratiche, esperienze

Lungo questo asse i contributi della seconda parte – Modelli, pratiche, esperienze – individuano alcuni ambiti specifici, connessi alla lettura e ai processi di comunicazione e scambio della cultura: la notevole varietà della piattaforme di social reading, e i suoi legami con l’editoria (Marchese), l’impiego dei social network che si sta diffondendo anche nelle biblioteche (Bambini – Wakefield), i festival e le rassegne culturali (Giovannoli), il nodo non irrelevante dell’auto-sostenibilità delle piattaforme di social reading e il ruolo che sta assumendo l’editoria (Cavalli). Ne esce un quadro in forte movimento: i social network – Facebook, Twitter – e le piattaforme di social reading – anche se in alcuni, il numero degli utenti è piuttosto limitato – costituiscono un concreto spazio partecipativo, oltre che di informazione, che incrementa e motiva la lettura, ma rende possibile anche una memoria e un’interconnessione degli eventi altrimenti impossibile. È il caso di “Letti di notte”, la notte bianca dei libri che, dislocata com’è in realtà molto distanti, non sarebbe pensabile senza l’ausilio dei social. E non è meno importante che i settori più avvertiti dell’editoria – buoni esempi sono aNobii di Mondadori e Lea di Laterza – abbiano intuito il potenziale della rete, come veicolo di comunicazione e strumento di fidelizzazione dei lettori: con un valore aggiunto economico che non è marginale per la sopravvivenza dell’editoria. Negli anni recenti, più che i tradizionali premi letterari – spesso logorati e prevedibili – il fattore scatenante del successo di un libro è stato spesso il tam tam delle recensioni in rete.

Dentro il social reading: lavorare con i dati 

L’ultima parte del libro – Parte terza. Dentro il social reading: lavorare con i dati – prende in esame le comunità di lettori e le loro pratiche di lettura attraverso l’enorme quantità di dati – i big data – che la rete rende disponibili, consentendo di ricavare informazione sulle abitudini di lettura, la circolazione e il successo dei libri, con una precisione di dettaglio sulle diverse tipologie dei lettori, sulle loro motivazioni e sulle loro aggregazioni prima impensabile (Lorenzo Verna e Chiara Faggiolani). Infine l’ultimo saggio è l’analisi delle recensioni a Gomorra di Saviano apparse sulla piattaforma aNobii, fra il 2007 e il 2016. Lo scrivono a quattro mani Chiara Faggiolani e Edoardo Brugnatelli, che è stato anche editor di Gomorra, con approcci molto diversi: più tradizionalmente qualitativo di Brugnatelli (la lettura delle recensioni), quantitativo di Faggiolani, attraverso un software di lemmatizzazione automatica dei testi.

stefano.giovannuzzi@unipg.it

S Giovannuzzi insegna letteratura italiana all’Università di Perugia