#ioleggoperché, l’iniziativa a sostegno delle biblioteche scolastiche italiane

Creare sinergie tra scuole, librerie, editori e lettori

 intervista a Alessandro Monti di Luisa Gerini

La campagna nazionale di promozione della lettura #ioleggoperché che si svolge dal 21 al 29 ottobre è entrata nel vivo e ha già registrato un incremento del 50% rispetto ai primi giorni della scorsa edizione. L’iniziativa è finalizzata ad arricchire la dotazione di volumi delle biblioteche scolastiche attraverso il gemellaggio tra le scuole e le librerie aderenti al progetto nelle quali è possibile acquistare i libri da donare. Alessandro Monti, vicepresidente dell’AIE e direttore operativo di Feltrinelli presenta gli obiettivi e le novità di questa terza edizione.

Quali sono gli obiettivi della campagna #ioleggoperché lanciata in questi giorni e che trova come punto di incontro tra le librerie e le scuole aderenti il gesto del dono da parte di cittadini che decidono di contribuire al progetto?

Il progetto nasce come iniziativa dell’AIE che ha tra le sue missioni fondamentali quella di diffondere la lettura: #ioleggoperché, in particolare, si pone l’obiettivo di far arrivare il libro proprio là dove sono i lettori di domani. Se la prima edizione si rivolgeva a un pubblico più ampio, che comprendeva quindi anche gli adulti, già nella seconda edizione abbiamo deciso di rivolgerci in modo più specifico al mondo della scuola, ottenendo risultati più significativi. A scuola il libro è già costantemente in contatto con i ragazzi, ma questo avviene a volte in maniera necessariamente faticosa perché finalizzata allo studio. Con questa iniziativa, invece, intendiamo portare negli istituti scolastici libri che facciano scoprire il piacere, la gioia della lettura. Una delle caratteristiche di #ioleggoperché è che chi dona può certamente seguire le richieste delle scuole che forniscono i loro suggerimenti ai librai gemellati, ma può anche scegliere liberamente cosa donare. Ecco, il gesto di regalare a un alunno sconosciuto un libro che ti ha cambiato la vita, che ti ha aperto un mondo, mi sembra uno degli aspetti simbolicamente più belli. E questo credo che sia un richiamo molto forte che accompagna l’atto del dono.

Alessandro Monti - #ioleggoperché 2017

Alessandro Monti durante la conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2017 di #ioleggoperché

Sulla base dei dati dell’edizione del 2016, potrebbe fornirci delle chiavi di lettura che facciano emergere le tendenze principali che permettono di misurare l’impatto di #ioleggoperché nelle scuole? in quale modo l’iniziativa può valorizzare la centralità del ruolo della scuola nel promuovere la lettura tra i più giovani?

Come AIE siamo andati a misurare i risultati della precedente edizione invitando le 2400 scuole che avevano partecipato l’anno scorso a rispondere a un questionario: le risposte sono state 700, un tasso di redemption piuttosto alto per questo tipo di questionari. I dati emersi sono significativi, perché per l’87% delle risposte #ioleggoperché ha soddisfatto l’obiettivo di promuovere la lettura presso gli studenti, contribuendo a incrementare le dotazioni scolastiche in modo significativo a livello nazionale, tanto da portare da 3, 9 a 5,2 il numero di libri a disposizione in media per ogni studente in Italia. E a cosa sono serviti questi volumi in più, presenti nelle biblioteche scolastiche? Nel 63% dei casi a organizzare laboratori di lettura, nel 46% dei casi hanno alimentato i prestiti agli alunni e nel 31% dei casi hanno stimolato uscite nelle librerie e nelle biblioteche. Infine nel 26% dei casi sono stati all’origine di incontri con gli autori. Mi sembrano quattro modi diversi e tutti molto utili per avvicinare i bambini e i ragazzi al mondo della lettura in maniera creativa e anche divertente.

Trattandosi di un’adesione volontaria da parte delle scuole, non vi è il rischio implicito di scavare ancora di più il fossato che divide realtà più attive, maggiormente predisposte a rispondere agli stimoli, e altre più passive e disorganizzate o che si trovano ad operare in contesti difficili e che rinunciano quindi a partecipare?

È chiaro che se una scuola non aderisce non riceve nulla, l’adesione è la precondizione. Tuttavia, nel meccanismo messo a punto con l’iniziativa, a conclusione della campagna gli editori aderenti all’AIE sono chiamati a raddoppiare il numero di volumi donati dai cittadini su base nazionale: è lì allora che è possibile intervenire per cercare di compensare le disuguaglianze, facendo arrivare un numero maggiore di libri proprio nelle zone più disagiate, più lontane, meno popolose. A questo proposito mi piace sottolineare la distribuzione geografica delle adesioni di questa edizione che vede sì un nord al 46%, ma anche un sud al 30% quindi con una percentuale significativa di richiesta: in questa edizione siamo arrivati a più di 5600 scuole iscritte a cui fanno capo 1.300.000 studenti, quindi stiamo parlando di numeri decisamente importanti.

#ioleggoperché

Quali sono i dati di questa edizione e quali sono le novità introdotte?

Il primo dato da sottolineare in questa terza edizione è il raddoppio del numero di scuole che hanno aderito (+133%). Come ho detto precedentemente, siamo arrivati a 5600 scuole così suddivise: 2400 primarie, 1250 secondarie di primo grado e 630 secondarie di secondo grado, a cui vanno ad aggiungersi – per la prima volta quest’anno – ben 1350 scuole dell’infanzia. La maggiore adesione nelle classi di ordine inferiore rispetto alle secondarie di secondo grado si spiega con il fatto che gli anni delle primarie e delle secondarie di primo grado sono quelli di formazione della personalità dell’alunno: credo che questa scelta sia un segno di attenzione da parte dei professori e dei presidi, consapevoli di questa fase così cruciale della scoperta della lettura e che fanno davvero poi un gran lavoro per coinvolgere le classi. Anche il numero delle librerie legate alle scuole con un gemellaggio è aumentato, arrivando a 1800 adesioni – parliamo di un numero che rappresenta la quasi totalità delle librerie italiane – in cui sono presenti sia le librerie di catena che quelle indipendenti. Queste ultime, in particolare, hanno dimostrato grande dinamismo per stimolare attività legate all’iniziativa e alle opportunità che offre. Quest’anno abbiamo introdotto una novità: un contest che premierà le classi che organizzeranno l’attività più significativa per promuovere #ioleggoperché con 5 buoni del valore di 2000 € da spendere nella libreria coinvolta. La scelta è ampia: nella libreria di riferimento si possono proporre letture ad alta voce, gare di abilità, installazioni in vetrina, lezioni, flash mob…

In questi nove giorni della campagna, le iniziative intorno a #ioleggoperché si moltiplicano, numerosi sono i testimonial che hanno offerto il loro sostegno al progetto e anche il mondo del calcio si è mobilitato in occasione della decima giornata di campionato della Serie A. Le sinergie messe in atto con Libriamoci che si svolge in questi stessi giorni hanno poi effetti certamente positivi. Al di là dell’obiettivo immediato e tangibile di incrementare la dotazione delle biblioteche scolastiche, qual è l’impatto di questo lavoro di presenza sul territorio in grado di coinvolgere tanti attori differenti?

L’iniziativa, che beneficia del sostegno del Mibact e del Miur, ha avuto come effetto naturale quello di operare in sinergia con Libriamoci e con le letture ad alta voce promosse dal Centro per il Libro. Fin dalla prima edizione, Romano Montroni aveva insistito perché si spostasse l’attenzione sulle scuole, terreno fertile in cui è importante seminare. In questo sforzo collettivo messo in atto durante la campagna, tra le figure che meritano di essere citate non dimentichiamo i messaggeri: ragazzi ma anche adulti, nonni, insegnanti, che decidono spontaneamente e con grande generosità di dedicare una giornata o più della loro vita a convincere chi va in libreria a donare per #ioleggoperché. Tutta questa energia messa in campo, tutto questo rumore mediatico, credo che abbia avuto inoltre il merito di attirare l’attenzione sulle biblioteche scolastiche e sulla necessità da parte dei presidi di organizzare degli spazi per accogliere i tanti libri donati. Dal canto loro i bibliotecari hanno messo a disposizione le proprie competenze, perché la classificazione e la gestione di molti volumi non è né semplice né ovvia. Con un primo risultato assolutamente positivo: l’esigenza di organizzare un processo efficace per mettere i libri a disposizione degli studenti ha fatto sì che anche ciò che faceva già parte delle dotazioni della biblioteca scolastica – i 3,9 volumi che prima già c’erano – siano stati anch’essi maggiormente valorizzati.

logo #ioleggoperchéEdizione 2017
Il sito dell’iniziativa
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