Al di là delle barriere del fandom

Visita guidata alla letteratura di genere

di Franco Pezzini

A come AndromedaPer questo pezzo è parso necessario muovermi dalla scrivania. Per parlare, limitandomi ad alcuni titoli, della collana di Guide che la casa editrice Odoya di Bologna sta portando avanti da alcuni anni su temi dell’immaginario di genere, mi sono infatti spostato in un ambiente adatto: e cioè al MUFANT, MuseoLab del Fantastico e della Fantascienza di Torino, fondato nel 2009 da un gruppo di appassionati guidati dal grande Riccardo Valla (1942-2013) – non solo leggendario traduttore ma colonna degli studi italiani sul fantastico.
L’abbinamento sembra sensato: la forma museo e quella enciclopedica possono idealmente richiamarsi per la comune aspirazione a una (almeno virtuale) completezza. E partirei dal cuore del MUFANT, cioè le collezioni di fantascienza che i curatori Silvia Casolari e Davide Monopoli hanno da poco trasferito nella nuova, più ampia sede di via Reiss Romoli 49 bis. Con una quantità impressionante e variegatissima di modellini, stampe ottocentesche (la protofantascienza) e moderni manifesti, costumi e feticci da tutti gli orizzonti della «scienza del futuro»: certo pezzi da collezione ma connessi anche alle attività didattiche con scuole di vario grado che da anni il museo gestisce – a organizzare (per esempio) con ragazzi di istituti secondari il varo di cortometraggi dai racconti fantascientifici di Primo Levi o altre attività seminariali. E il fatto di far ragionare le generazioni più giovani su una categoria futuro (sempre più appannata, sfuggente, consumata dalle logiche competitive dell’oggi e ora) rappresenta, scusate, un’iniziativa non poco meritoria.

Due guide monumentali, tra robot e memorabilia

In questo contesto, tra memorabilia di storici sceneggiati RAI quali A come Andromeda o Gamma, robot di ogni forma, e quella cabina del telefono/astronave della serie britannica BBC Doctor Who che ricorda curiosamente l’ascensore/macchina del tempo con cui viaggiava la Nonna del Corsaro nero di un antico italianissimo programma per bambini, prendo in mano un primo volume. La monumentale (pp. 655, illustratissima) Guida alla letteratura di fantascienza a cura di Carlo Bordoni, con testi suoi, di Claudio Asciuti, Domenico Gallo, Riccardo Gramantieri, Giuseppe Panella e Gian Filippo Pizzo, uscito per Odoya già nel 2013, ha rappresentato un tentativo ambizioso e di amplissimo respiro di fare un punto sul panorama generale della fantascienza, a cura di uno dei massimi studiosi del fantastico in Italia, e costruito grazie a una squadra brillante legata alla rivista «IF – Insolito e Fantastico».

Carlo Bordoni - Guida alla letteratura di fantascienzaE si tratta di un’opera doppiamente originale, sia per contenuto – quale risposta alla già altrove lamentata scarsità di attenzioni dell’editoria al tema – che per forma, considerando anche le sorprendenti e felici incursioni in campi usualmente non associati al tema (come la voce su La tempesta di Shakespeare o quella sui sosia da Plauto in avanti). Certo, qualcuno ha storto il naso alla menzione fin dal titolo di una letteratura – e non semplicemente narrativa – di fantascienza, precisa presa di posizione sulla dignità di un genere; e certo, qualunque opera del genere comporta scelte personali e non «neutre» dei coordinatori – in particolare per l’individuazione dei temi fondamentali assurti a lemmi e degli autori trattati, come in quella voce Fantascienza italiana a firma Bordoni e Panella che (testimone il web) ha suscitato vivaci reazioni tra i cultori. Ma la sfida di una virtuale completezza può dirsi vinta; e la ricchezza degli spunti, la godibilissima lettura – con un ricco corpo di illustrazioni, poco male il bianco e nero – e l’importanza stessa di riprendere a riflettere sul genere SF rendono il volume un sussidio di interesse non comune. Varrebbe già la pena di pensare a un’edizione aggiornata.

Gian Filippo Pizzo - Guida alla letteratura horrorMi sposto tra gli scaffali, e voltando le spalle a robot e astronavi passo a una sezione sicuramente più ristretta. Riguarda il gotico e l’orrido, e tra manifesti, statuette e riviste («Fangoria», «Vampirella», il mensile Sansoni «Horror»…) l’occhio cade sui libri esposti: una sorta di Alì Babà imbalsamato in grandezza quasi naturale regge una copia del Vathek, mentre un esemplare della prima edizione italiana del Dracula (Sonzogno, 1922) spicca tra altri titoli classici o invece oggi decisamente dimenticati. Una buona posizione insomma per riprendere il faccia a faccia di vocazioni enciclopediche tra museo e Guide: e mi piace segnalare quella a cura di Gian Filippo Pizzo, coadiuvato da Walter Catalano, Roberto Chiavini e Michele Tetro, Guida alla letteratura horror che dell’altra sulla fantascienza ripropone nel 2014 idealmente lo schema. Qui gli autori si muovono su un terreno già canonizzato da compilazioni precedenti di varia celebrità (basti citare il celebre Supernatural Horror in Literature di Lovecraft, 1925-1927, ritoccato 1933-1934), ma il risultato è assolutamente degno di attenzione. Resta, come al solito per opere tanto vaste, lo spazio di discussione sull’assenza di questo o quel nome di autore o sulla metratura delle voci – e d’altra parte sarebbe ormai difficile, davanti alla vastità di un panorama ingrossato anche da eccellenze italiane, pretendere «completezze» di sorta (il volume è appena un po’ meno corposo dell’altro, pp. 476). Alla sfilata di cento nomi del Gotha gotico (dal Settecento a oggi) fanno riscontro bibliografia italiana essenziale, filmografia, elenco di derivati a fumetti e videogame e – come spesso nei testi Odoya – una ricca serie di approfondimenti e curiosità con immagini impaginate in modo suggestivo. Pizzo, attivissimo antologista, ha anche recentemente curato tre raccolte di grande interesse per piccoli editori, Delitti dal futuro (Istos, 2016), Oltre Venere (solo firme femminili: La Ponga, 2016) e, con Walter Catalano e Luca Ortino, Continuum Hopper: racconti fantastici sull’arte (Edizioni della Vigna, 2016).

Il regno del fantasy

Abbandoniamo però anche mummie e vampiri e passiamo al fantasy. Un genere rappresentato al MUFANT (almeno per ora) in modo più sparso e diffuso rispetto a fantascienza e horror: ma la scelta si può spiegare considerando che il concetto di fantasy come in genere interpretato in Italia fotografa un’accezione circoscritta a due o tre sottogeneri (quello eroico, l’urban eccetera), mentre nel mondo anglosassone apre all’intera nebulosa del fantastico non diversamente etichettato. Per un colpo d’occhio sulla latitudine del concetto mi piace spostarmi nella bella biblioteca del museo, che ospita una porzione significativa di quella raccolta privatamente da Riccardo Valla con successive addizioni – e che spazia tra i generi e sottogeneri più vari. Da classici quale la Storia straordinaria di Peter Schlemihl di Adalbert von Chamisso (VEG, 1950) a delizie esotiche come Gli enigmi del vampiro di Somadeva (Mondadori, 1936), da Il mago di Oz «nel racconto di Maria Rosaria Berardi, tratto dal film omonimo» (s.d., circa 1950) a numeri di riviste come «Unknown – Fantasy Fiction», «Fantastic Novels Magazine», «Famous Fantastic Mysteries», «Thrilling Wonder Stories» e persino del leggendario «Weird Tales» su cui scrissero Lovecraft, Howard, Clark Ashton Smith…

Claudio Asciuti - Guida alla letteratura fantasticaEcco insomma il posto dove aprire un terzo, più recente (2015) e nuovamente monumentale (pp. 878) volume Odoya, Guida alla letteratura fantastica curato dall’esperto Claudio Asciuti, giustamente appoggiato da un pool di collaboratori (Claudio Amerigo, Adalberto Cersosimo, Davide Costa, Andrea Del Ponte, Paolo di Francesco, Oskar Felix Drago, Domenico Gallo, Giacomo Giustolisi e Franco Piccinini). Un volume bellissimo e intelligentemente problematico, a fronte di un panorama sconfinato che da un lato tracima nel mito e dall’altro poteva rischiare di sfilacciarsi in una pletora di schede da Wikipedia – anche utili, ma già disponibili con un clic online. Un esame delle sezioni dell’opera è già rivelatore di questo confronto con la complessità (Antropologie. Popoli, persone non umane; Cavalieri, eroi, regni e imperi; La Bildung fantastica; Fenomenologia paranormale; Geografie immaginarie; Tèchne; Zoologia e teratologia) ma non rende a sufficienza la ricchezza, il rigore e anche la qualità stilistica di questa summa. Peraltro uscita poco prima di un altro volume di vocazione panoramica sul tema a cura di Elena Romanello, Storia del Fantasy. Dall’Odissea a Game of Thrones (Anguana, 2016), presentato al MUFANT in tempi recenti, una buona, appassionata e massiccia compilazione (pp. 568 senza illustrazioni) di taglio più semplice e che merita la citazione.

Alessandro Bertolotti - Guida alla letteratura eroticaStarei per andarmene, ma una vetrina del Museo suggerisce un ultimo accostamento. Tra memorabilia dell’immaginario sulla luna campeggia infatti l’edizione Arktos Sevagram (legata alla leggendaria libreria Sevagram aperta proprio da Valla negli anni Ottanta in via Volta a Torino, e divenuta cuore di un giro di suoi giovani discepoli poi cresciuti come narratori e saggisti sul fantastico) di La Figlia della Luna di Aleister Crowley. Quel Crowley non solo occultista ma profeta del culto pagano del Thelema che (semplificando qui al massimo) coniugava in modo peculiarmente strutturato magia e sesso – e dunque ovviamente citato in un’ultima Guida Odoya uscita nel 2015, Guida alla Letteratura Erotica. Dal Medioevo ai nostri giorni di Alessandro Bertolotti. L’opera segue nei primi quattro capitoli un flusso cronologico dall’amor cortese (si consiglierebbe all’autore un volume prequel sull’eros letterario del mondo antico, ma già in fondo ne esistono) fino a D’Annunzio; poi un quinto capitolo apre, abbastanza opportunamente nell’era delle Cinquanta sfumature, una parentesi nel segno di Sade e imitatori. Il sesto e il settimo riprendono il flusso cronologico tra avanguardie e rivoluzione sessuale; e l’ottavo riguarda la letteratura omosessuale, compresa una parte importante sulla poesia del Novecento. Ovviamente meno corposo (pp. 335) e labirintico delle altre Guide citate, divertente e divulgativo ma rigoroso, il testo costituisce una panoramica interessante con notizie letterarie e di costume spesso non conosciute.

La sfida di una panoramica

Uscendo dal museo, la domanda emerge legittima: ha ancora senso, nell’età di internet, proporre simili Guide di carattere enciclopedico? Direi assolutamente di sì, e non solo quale godibile concessione a un gusto un po’ retro o concreto stimolo per il lettore alla conoscenza di «nuovi» generi, libri o autori (il che pure sarebbe un buon risultato). Se è vero che oggi il cultore medio di un certo filone narrativo (fantascienza, fantasy o quant’altro) dispone di infinite vie per incalzare il proprio interesse – ben oltre insomma le possibilità offerte da qualunque enciclopedia – summae «popolari» come quelle citate aprono a compilatori e lettori la sfida di una panoramica. Un orizzonte di completezza (almeno corteggiato come sogno) che non si esaurisce in un insieme di voci, pure necessarie, ma spinge a ragionare su criteri sistematici, di genesi culturale e insomma su un contesto molto più generale e articolato; e, al di là dalle barriere spesso asfittiche del fandom, provoca sui rapporti di tali nebulose tematiche con il resto della realtà. Mostrando le talora curiose ma continue compenetrazioni tra mito e immaginario collettivo, letteratura e «paraletteratura», cultura «bassa» e cultura «alta» – con tutte le virgolette del caso.

franco.pezzini1@tin.it

F. Pezzini è saggista