Alberto Bassi e Fiorella Bulegato – Salvatore Gregorietti

La coperta di Linus

recensione di Federico Novaro

dal numero di maggio 2018

Alberto Bassi e Fiorella Bulegato
SALVATORE GREGORIETTI
Un progetto lungo cinquant’anni
pp. 448, € 49
Skira, Milano 2017
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Alberto Bassi e Fiorella Bulegato - Salvatore Gregorietti, un progetto lungo cinquant’anniBruno Munari in Italia lo conoscono tutti quelli che hanno un occhio attento alle cose di grafica. Salvatore Gregorietti, anche in quel mondo, è conosciuto meno. Forse perché Munari aderiva all’idea del grafico artista, con tutti i corollari che ne discendono, mentre Gregorietti aderiva a quella, non opposta forse, ma laterale, di tecnico a tutto raggio. Un lavoro però basterà a far dire a tutti, anche a chi di grafica non s’interessi: “Oh sì lo riconosco!”. È la copertina di “Linus”, del primo “Linus”, col bambino omonimo e la sua coperta, sovrastato dal titolo della rivista, gigante. Altri si stupiranno che fosse sua dopo aver visto che nella lista dei suoi lavori c’è il packaging della Coppa del nonno (il gelato anni settanta). Infine, per fermarsi a tre esempi di una committenza che comprende oltre cento marchi, tutta la comunicazione scandalosa di Benetton, quella celebre di cui Oliviero Toscani era il fotografo. Ora Skira – con progetto grafico dello stesso Gregorietti – pubblica un grande librone in brossura, bilingue italiano e inglese, di più di 450 pagine, tutte illustrate, che ne riassume vita (con brevi accenni illuminanti) e opere (con documentazione assai precisa e esaustiva). È uno strumento di lavoro per chiunque s’interessi di grafica, ma per come è stato strutturato rappresenta una maniera felice di comprendere una parte di storia del costume in Italia di quell’epoca, contrastata ed entusiasmante, che va dal dopoguerra agli anni ottanta.

Nato nel 1941, Gregorietti giovanissimo emigra con la famiglia (famiglia colta, di artisti) a Milano da Palermo. Nel 1960 è in Svizzera (e a quegli anni si fa discendere quel gusto esatto e pulito, mai cedevole, che coltiverà lungo tutta la sua carriera); nel 1962, è assistente di Massimo Vignelli; nel 1965 entra alla Unimark International. Da lì e oltre la fondazione della Gregorietti Associati, col figlio, è una storia felicemente milanese: la Milano libri, la Rinascente, la Emme edizioni di Rosellina Archinto, Sonzogno, Longanesi, Bompiani, Cassina, Brionvega, Casa Vogue, Prénatal, Benetton (la prima campagna fu affissa nella sola Milano), sino all’immagine coordinata del Museo Poldi Pezzoli e Feltrinelli, per la quale ridisegnò la grafica che accompagnò la rinascita della casa editrice negli anni ottanta e sino ad ora, con logo e grafica della Fondazione.

Il volume Skira non esibisce capolavori, ma documenta: ci sono lavori eccelsi e molti dimenticabili. Dalla massa dei documenti emerge con chiarezza come per Gregorietti non vi fosse gerarchia fra lavori importanti o meno: sono tutti informati dallo stesso impegno e rigore nell’utilizzare un metodo, che appare definito già da subito e mai abbandonato. C’è una chiarezza formale che è pianamente etica. C’è un si fa e un non si fa, quasi un galateo intellettuale, che informa tutto il suo lavoro anche nelle cose più spericolate, come una serie di lampade di alabastro, progettate con Daniela Puppa per la Rinascente / Croff fra il 1988 e il 1991 a partire da progetti degli anni trenta: non si fa confusione, non si fanno pasticci, non si usano mezzucci, bellurie, abbellimenti. Non si trova mai nei progetti di Gregorietti, anche i meno eclatanti, un cedimento alla ragione del suo lavoro: essere al servizio della funzione, con chiarezza, pulizia e la massima efficacia possibile. La bellezza appare come una conseguenza: laddove la massima efficacia possibile è raggiunta, ecco, ne consegue la bellezza. Il volume è molto utile e interessante anche per come è stato strutturato: a una prima parte, varia nei toni e nei risultati, di testimonianze focalizzate sugli anni della formazione, segue una seconda parte, più ampia, del regesto dei lavori (non si danno i progetti, ma le realizzazioni) e chiude il volume un amplissimo apparato iconografico con in coda gli indici e una biografia essenziale.

federico.novaro.libri@gmail.com

F Novaro si occupa di grafica editoriale