Francesco Orlando – Il soprannaturale letterario

Avvincente investigazione

recensione di Orazio Labbate

Francesco Orlando
IL SOPRANNATURALE LETTERARIO
Storia, logiche e forme
pp. 197, € 23
Einaudi, Torino 2017

Francesco Orlando - Il sovrannaturale letterarioIl soprannaturale letterario di Francesco Orlando si segnala come un’analitica e trascinante opera-studio sulle varie tipologie di soprannaturale attraverso una precisa casistica di testi scelti. Spiega l’autore: “Che si tratti della Commedia o de La biblioteca de Babel, di un’avventura arturiana o di superstizioni in villaggi lontani da Parigi, si tratti dell’anello di un Nibelungo ottocentesco o di poteri e scorni del demonio sulla scena barocca, la presenza del soprannaturale corrisponde innanzitutto alla presenza di regole.”

Con passionalità ed eleganza stilistica, avvalendosi di un sostegno normato, di rigore e di verifica illuministici, Orlando discute allora le declinazioni e i diversi adattamenti del tema, libro dopo libro: dalla Gerusalemme liberata di Torquato Tasso a La metamorfosi di Franz Kafka, ma anche I fratelli Karamazov di Fedor Dostoevskij e il Don Chisciotte di Miguel de Cervantes, e tanti altri. L’assunto imprescindibile dal quale partire per rinvenire gli elementi fantastici e prodigiosi, e a cui ciascuna opera deve dar conto affinché in essa si manifesti una valida espressione del soprannaturale, è che un simile lavoro si agganci a delle regole che siano limite al caos infinito di una probabile ingorda manifestazione letteraria del soprannaturale. Regole, quelle avanzate dall’autore, che nascono e si impongono prima di tutto dentro il testo di riferimento, perché quest’ultimo con la sua identità aderisca dapprima di per sé alla soprannaturalità scavalcando così intelligentemente le sue limitazioni. Per intenderci, ecco alcune di queste norme intrinseche ed estrinseche: la credenza nel territorio, il folclore, la localizzazione spaziale, la storicità, la surrealtà dentro la realtà, il comico e il buffo trasgressivamente fantastici, la religione e i suoi fenomeni mostruosi, ma anche il prodigio tutto nuovo purché s’imponga. Ciascuna norma è soppesata, sempre, secondo un grado di criticità nei confronti della presenza del meraviglioso.

Il sistema d’ordine di Orlando favorisce allora una più avvincente investigazione sulla validità del soprannaturale letterario. Ne permette una classificazione nel rispetto della sua lecita schematizzazione e della sua eventuale esistenza, con una suddivisione tuttavia sprovvista di quel lato ingrato e arbitrario di un elenco imposto.  A titolo di esempio, ché si dimostri la singolarità seducente e stimolante de Il soprannaturale letterario, può citarsi – tra le molte – la tipologia del “soprannaturale come un pugno sul tavolo. Orlando si serve de La metamorfosi di Kafka per mostrare un grado di soprannaturalità nuova e radicale (contundente, potrebbe definirsi), in cui con scandalosa naturalezza sin dall’avvio del racconto c’è un assoluto strappo nei confronti della “regola del reale. Qui l’inverosimiglianza dimostrata dalla trasformazione dell’uomo in insetto è un obbligo di accettazione del soprannaturale ab initio. Senza l’accoglimento di tale patto non esisterebbe il libro kafkiano; non esisterebbe il fantastico nel libro. Tuttavia Kafka – ecco la brillantezza della proposta di Orlando – è definito come “furbo nel normalizzare la rigidità impositiva del suo soprannaturale: il mostro viene accolto come una disgrazia e non col tremore definitivo di un’identità orribile. “Proprio la focalizzazione rigorosa su Gregor ha permesso a Kafka di trovare subito una forma che non è il banale orrore per l’incresciosa trasformazione appena avvenuta: Gregor in realtà è il soprannaturale egli stesso, perché è lui stesso diventato un insetto da uomo che era, e di ciò che è diventato non sa, o meglio non capisce, niente.”

Oltre a questa significativa analisi colpisce altresì la comparazione con il Faust di Goethe. Lo studioso palermitano sottolinea infatti l’assoluta novazione del soprannaturale insinuato da La metamorfosi rispetto a quello dell’opera dello scrittore tedesco: “Se per esempio possiamo dire, pur senza pretendere che spieghi tutto il testo, che in Goethe la magia sta per il capitalismo e Mefistofele personifica una distruttività che è inseparabile dall’anelito progressivo del protagonista, risulta più difficile stabilire analoghe equivalenze per il testo di Kafka. […] Il punto è che mentre per le allegorie di certe parti del Faust possiamo trovare referenti precisi, nel caso di Kafka la voluta e radicale indeterminatezza dei referenti costituisce tutta l’originalità della scrittura.”

Il soprannaturale letterario si impone dunque quale importante trattazione critica di autorevole e ammirevole estensione ermeneutica, irrinunciabile per la vastità temporale e argomentativa che ricopre, analizzando testi di ampia matrice fantastica, meravigliosa e perturbante che vanno dal Medioevo al primo Novecento.

O Labbate è scrittore