Goffredo Fofi – Ciò che era giusto. Eredità e memoria di Alexander Langer

Goffredo Fofi
CIÒ CHE ERA GIUSTO
Eredità e memoria di Alexander Langer
con contributi di Gad Lerner, Peter Kammerer e Daniel Cohn-Bendit, pp. 240, € 17,
Alphabeta/Raetia,
Bolzano/Bozen 2025

Un impegno allo spasimo

di Fabio Levi

Un libro composito che aiuta a inquadrare la figura di Alex Langer da diversi punti di vista. Ci sono le testimonianze di chi ha condiviso vari passaggi, più o meno lunghi, della sua esperienza politica: Gad Lerner a lui vicino sin dai tempi di Lotta Continua negli anni settanta, Peter Kammerer più attento al versante tedesco della sua cultura, Daniel Cohn-Bendit compagno di tante battaglie politiche nell’Europa degli anni ottanta e novanta. Si aggiunge poi il ricco contributo di Goffredo Fofi – in uno dei suoi ultimi scritti prima della scomparsa – che intreccia i ricordi di una lunga amicizia e di un rapporto di affinità profonda con il tentativo di offrire una chiave interpretativa d’insieme del pensiero e della variegata azione politica di Langer: “Se si dovesse chiudere in una formula – scrive Fofi – ciò che Alex Langer ci ha insegnato, essa non potrebbe che essere: piantare la carità nella politica. Proprio ‘piantare’, non inserire, trasferire, insediare. E cioè farle mettere radici, farla crescere, difenderne la forza, la possibilità di dare alla politica il valore della responsabilità di uno e di tutti verso la ‘cosa pubblica’, il ‘bene comune’, verso una solidarietà fra gli umani e tra loro e le altre creature”.

Proprio il tentativo di offrire un quadro di riferimento che sappia dare conto di una storia politica e personale dalle mille facce sembra essere il filo conduttore del volume. Ho accennato qualcosa riguardo alle testimonianze. Ma altrettanto si potrebbe dire dei due saggi iniziali: quello di Giorgio Mezzalira che opportunamente radica nel legame strettissimo di Langer con la sua terra, e nelle sue riflessioni sul difficile rapporto fra le diverse componenti – di lingua tedesca, italiana e ladina – della popolazione dell’Alto Adige/Sudtirolo, la sua vocazione a misurarsi con un’epoca di cambiamenti sempre più vorticosi. E quello, nitido e lineare, di Clara Bassan, che aiuta a situare nel percorso biografico di Langer le vicende e i problemi sollevati nelle varie parti del libro: un compito non facile, affidato a una studiosa che ha recentemente concluso un rigoroso lavoro di scavo, inteso a mostrare il volto originale di Langer deputato europeo dal 1989 al 1995.

Ma il luogo dove forse risulta con maggiore evidenza la molteplicità dei temi affrontati dal nostro personaggio nel corso di una vita troppo breve è l’antologia di suoi scritti posta al centro del volume. Essa aiuta fra l’altro a segnare in ordine cronologico alcune fra le principali tappe del suo itinerario: la scelta cattolica, compiuta in giovane età, destinata poi a evolvere in una religiosità meno connotata; la decisione di mantenere il proprio impegno politico alla fine degli anni settanta, malgrado la bruciante sconfitta subita dalla stagione dei movimenti; la svolta ecologista, espressa con sorprendente sensibilità letteraria in uno scritto dedicato a San Cristoforo, al cui immane compito di traghettatore del Signore viene avvicinata la scelta, più che necessaria e urgente, di una diffusa conversione ecologica; l’attenzione, mantenuta per tutta la vita, ai problemi interlinguistici nella propria regione di origine; il profondo respiro morale, ma non per questo meno pratico, delle relazioni fra le persone rese possibili da una visione nuova e diversa del rapporto con l’ambiente; la filosofia alla base di un approccio meno ansioso, più meditato e rispettoso, alla vita su questa terra; la consapevolezza della gravità cui era giunta la condizione della ex-Jugoslavia e dell’Europa intera alle soglie del 1995, e l’impegno allo spasimo per por fine alle stragi allora in corso; e infine la proposta di un testo di sintesi inteso a delineare come praticare in concreto la convivenza interetnica: una vera eccezione per Langer, preso quotidianamente da mille compiti troppo urgenti da consentirgli di offrire un quadro d’insieme del proprio pensiero. Compito questo cui il libro vuole appunto offrire un proprio contributo, ma assai difficile da assolvere senza uno studio attento e accurato di un itinerario di vita senza uguali e dai suoi innumerevoli contesti.

F. Levi ha insegnato storia contemporanea all’Università di Torino
fabio.levi@unito.it