I primi momenti dellâapocalisse
di Costantino Pes
dal numero di luglio-agosto 2018
Furukawa Hideo
TOKYO SOUNDTRACK
ed. orig. 2003, trad. dal giapponese di Gianluca Coci
pp. 759, ⏠18
Sellerio, Palermo 2018
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Pur trovandosi nel mezzo di una metropoli densa di quindici milioni di abitanti e con unâurbanistica tuttâaltro che lineare, lo straniero che frequenta Tokyo in genere rimane colpito dalla sensazione di sicurezza ed efficienza che la cittĂ trasmette. Il viaggiatore occidentale è in genere accolto con i modi della nota cortesia nipponica, pur nella frenesia di una capitale che è ritenuta piuttosto fredda e spersonalizzata. Alcuni, come i numerosi amanti di manga, anime, cosplay e altri fenomeni della cultura pop nipponica, camminano trasognati nella folla pittoresca di Shibuya, Harajuku e Akihabara, come se vedessero avverarsi il loro sogno estetico. Il tutto condito in una salsa che a noi appare inequivocabilmente giapponese. Ma TĹkyŠè davvero cosĂŹ? Quanto riusciamo a cogliere della complessitĂ di questa megalopoli e quanto ci sfugge delle pulsioni profonde di chi ci abita? Il romanzo distopico di Furukawa Hideo Tokyo Soundtrack offre spunti di riflessione non banali in merito. Prendiamo spunto dal modo in cui è vissuta la cittĂ dai tre giovani protagonisti: Leni, Hitsujiko e Touta, tutti fondamentalmente stranieri alla cittĂ .
Prospettiva 1: âLeni era nato nel Libano, o meglio nella zona di Tokyo che era cosĂŹ soprannominata. A luglio 2004, Leni aveva dieci anni. Aveva abbandonato la scuola. A stretto contatto con i bambini giapponesi, aveva imparato cosâerano lâodio e la rabbiaâ. Prospettiva 2: âHitsujiko aveva sedici anni quando apprese la notizia del dirottamento di un autobus della scuola media dove si era diplomata. Era maggio. La sua vita era cambiata, ed era cambiato anche il quartiere di Nishi Ogikubo. Nel giro di appena un anno, il quartiere si era trasformato nel santuario dei veri giapponesiâ. Prospettiva 3: âTokyo era una membrana asfissiante. Dopo aver navigato per mille chilometri in direzione nord, Touta era passato da una zona subtropicale a una zona tropicale, sebbene artificiale, ovvero quella metropoli che si era trasformata in unâisola di calore e che ormai molti chiamavano âHeat Islandââ.
Tokyo futuribile e rabbiosa
La cittĂ , nella rosa di prospettive offerta da Furukawa, ci appare sotto una luce inquietante e allo stesso tempo affascinante: in poche righe vediamo allâopera una multietnicitĂ in divenire e scontri dâidentitĂ nazionali. Il tutto in una Tokyo futura ma non troppo, tropicalizzata dal riscaldamento globale, che lâha resa una rovente giungla dâasfalto. La scelta di ambientare i fatti tra il 2008 e il 2009 non deve ingannare: il romanzo è apparso in Giappone nel 2003, quindi la scelta degli anni in questione voleva indicare un possibile, imminente futuro. Futuro che non si è avverato negli anni indicati nel racconto ma resta comunque incombente, come una possibilitĂ estrema ma non troppo remota.
Ă in questa Tokyo futuribile, problematica e rabbiosa che si svolgono gli eventi narrati da Furukawa Hideo. I tre ragazzi si muovono in un vero e proprio labirinto urbano, fonte continua di sorprese, come la scoperta di una cittĂ parallela sotterranea, popolata da entitĂ misteriose. Una cittĂ non piĂš rassicurante ed efficiente, ma nervo scoperto di una nazione, popolata da unâumanitĂ insofferente e pronta alla rivolta, tra i reietti della societĂ come tra la classe media pronta a difendere il proprio senso di comunitĂ . âRabbiaâ sembra essere la parola chiave che guida le atmosfere del romanzo. Ă lo stesso Furukawa a indicarci questa via interpretativa nella breve introduzione scritta per lâedizione italiana:
âQuella ârabbiaâ che scaturiva dallâirruzione improvvisa del mondo nel nuovo secolo. Da un momento allâaltro, il ventesimo secolo era tramontato, finito. In quellâistante non si sono manifestate nĂŠ salvezza, nĂŠ distruzione, ma alcuni mesi piĂš tardi… per lâesattezza un anno, nove mesi e undici giorni dopo, unâimmane tragedia che ha avuto e continua ad avere conseguenze a livello globale si è abbattuta su un paese che non è lâItalia nĂŠ il Giapponeâ.
Una rabbia globale dâinizio millennio legata al crollo di vecchie certezze e al profilarsi allâorizzonte di conflitti e insicurezze. Sebbene il romanzo non dia cenno di tali conflitti, questi fungono da sfondo agli stati dâanimo dei protagonisti e alla loro rivolta contro tutto e tutti. Una ribellione vitale, non razionalizzata dai personaggi nei loro progetti di scontro e distruzione ma imperiosa e ineluttabile, come se fosse la natura stessa a imprimere moto alle loro azioni. Lâistinto, elemento importante della narrativa di Furukawa, sembra determinare la potente capacitĂ di azione dei protagonisti, come risposta vitale ai problemi dellâesistenza. Con le sue pulsioni vitalistiche, la natura domina azioni che appaiono altrimenti prive di razionalitĂ . Prendiamo a esempio lo scenario delle prime pagine del libro, in cui si vede Touta trascorrere lâinfanzia insieme a Hitsujiko in un arcipelago subtropicale. Qui la potenza della natura si combina con la forza istintiva dei ragazzi, la stessa che li fa sopravvivere a un naufragio in unâisola deserta, e questa stessa forza permane anche dopo il loro ritorno alla civiltĂ , spingendo in seguito i ragazzi a ideare progetti rivoluzionari di vita in una okyo nevrotica, sullâorlo del collasso. Un crescendo di azioni di disturbo mirate ad allargare le incrinature delle contraddizioni urbane, fino a far esplodere la cittĂ in una realtĂ nuova e imprevedibile. La struttura stessa del libro segue questi sviluppi, con una prima sezione che ci racconta unâestesa, frenetica fase preparatoria, e una parte finale, piĂš breve, composta di brevi capitoli, in cui si riparte dal capitolo zero come se la cronologia della storia si azzerasse. Ă la narrazione dei primi momenti di apocalisse, in uno scoppiettante delirio immaginifico che lascia intravedere lâinizio di una nuova era.
Il ritmo della narrazione è secco, pulito e veloce. Lâeffetto è trascinante, come si era giĂ visto per lâaltro romanzo di Furukawa disponibile in italiano, Belka (Sellerio, 2013), pubblicato in Giappone nel 2005, due anni dopo Tokyo Soundtrack. Questa sapienza ritmica può essere dovuta alla scrittura per il teatro, in cui Furukawa ha mosso i primi passi come autore. Lo scrittore è noto, inoltre, per le trascinanti letture pubbliche dei suoi racconti. Potenza ritmica ben resa anche nella traduzione italiana, che scorre con grande naturalezza e vigore.
Furukawa Hideo, nato nel 1966, ha al suo attivo diverse opere di narrativa che hanno riscontrato notevole interesse in Giappone, dal suo esordio tra la fine degli anni novanta e i primi del Duemila con opere come 13, Silenzio, Abyssinian e Le tribĂš delle mille e una notte, cui hanno fatto seguito numerosi altri titoli. Oltre ai due romanzi giĂ disponibili in traduzione italiana, si ricorda O cavalli, eppure la luce è pura, dedicato allâincidente nucleare di Fukushima, prefettura in cui è nato e cresciuto il nostro autore fino agli anni dellâuniversitĂ . Il mondo letterario di Furukawa è quindi ancora in buona parte da scoprire per i lettori italiani. Restiamo in attesa di nuove traduzioni che ci consentano di apprezzare a pieno lâopera visionaria e allo stesso tempo lucida dellâautore, con i suoi ritmi rock e cyber-punk, sebbene profondamente radicati, come abbiamo visto, nellâestetica primordiale della natura.
pes.costantino@googlemail.com
C Pes è traduttore
Tokyo Soundtrack rientra all’interno di un Primo piano sulle cittĂ pubblicato sul numero di luglio-agosto 2018. Gli altri titoli segnalati sono:Â
- Gerusalemme curato da Vincent Lemire (Einaudi) recensito da Piero StefaniÂ
- Berlino cittĂ d’altri di Luigi Forte (Neri Pozza) recensito da Enrico De AngelisÂ
- Tokyo Express di Matsumoto SeichĹ recensito da Anna Specchio