Dušan Šarotar – Panorama

Un panorama geografico e interiore

 

di Marija Mitrovic

Dušan Šarotar
Panorama
Narrazione sullo svolgersi degli eventi

ed. orig. 2014, trad. dallo sloveno di Patrizia Raveggi,
pp. 284, € 17,
Keller, Rovereto 2021

Un’approfondita lettura del testo letterario richiede l’attenzione del lettore sia a proposito del contenuto sia a proposito delle caratteristiche formali dell’opera. Tanto più quando il lettore si trova davanti a una prosa miliare, un’opera che introduce elementi strutturali e formali rari e innovativi. Il pluripremiato romanzo Panorama dello sloveno Dušan Šarotar (1968), pubblicato recentemente in traduzione italiana dall’editore Keller di Rovereto, si può godere anche leggendolo tranquillamente prima di addormentarsi. Però l’editore ha giustamente concesso alla raffinatissima traduttrice Patrizia Raveggi di pubblicare in seguito al romanzo un saggio di oltre 20 pagine: grazie a questo testo uscito dal laboratorio della traduttrice, attento alle caratteristiche formali ed essenziali di questa prosa, il lettore proverà il piacere di fermarsi e di apprezzare – oltre i contenuti – anche la composizione e la scrittura di quest’opera densa, forte, innovativa. Parte, dunque, privilegiato il lettore italiano del romanzo Panorama, sottotitolato Narrazione sullo svolgersi degli eventi, di cui un autorevole quotidiano inglese come The Guardian ha scritto: “Questo non è un romanzo in cui succede qualcosa; è già successo tutto, catastroficamente, e la condizione dell’esilio è l’unico luogo da cui si può raggiungere la pace o la prospettiva.” Oltre che in inglese e italiano Panorama è stato tradotto in spagnolo e croato. Il titolo rimane sempre lo stesso: perché la parola ‘panorama’, di origine greca in tutte le lingue indoeuropee, significa quello che l’occhio umano può racchiudere alla vista di un paesaggio. E qui ci sono ben tre paesaggi osservati in panoramica: il romanzo ci porta prima nella parte più occidentale dell’Europa – la baia di Galway in Irlanda – poi in diverse città del Belgio (Bruxelles, Gent) e della Bosnia (Sarajevo e Mostar). Anche se distanti l’uno dall’altro, questi paesaggi non si presentano separati; il narratore e i suoi personaggi si spostano da un’area geografica all’altra e ciò, probabilmente, all’inizio sorprenderà il lettore. La narrazione è molto più frammentaria di quanto lo richieda la tecnica narrativa del flusso di coscienza; se per altri romanzi scritti con questa tecnica potrebbe valere la metafora ‘romanzo fiume’, a questo romanzo si addice invece romanzo nuvola, nebbia, umidità. Le storie raccontate si diffondono, infatti, come l’umidità: toccano tutti gli angoli non solo del paesaggio esterno, ma anche l’intimità dell’essere. Inoltre, in un certo modo Šarotar ci avverte che dobbiamo accettare questo tracimare dell’atmosfera non solo come una proprietà della natura geografica e umana, ma anche come spina dorsale della struttura del suo romanzo. Improvvisamente, la storia traboccherà dall’Irlanda al Belgio, oltre che dal passato (di cui parlano tutti i personaggi) al presente, che è sempre diverso e che si svolge in un paese diverso da quello in cui il personaggio era nato.

Alcune parti di questa prosa sono state scritte in uno stile altamente poetico e si alternano a frammenti saggistici e persino a narrazioni fiabesche. Nel romanzo ci sono molti riferimenti a diversi modelli narrativi: a volte si tratta di citazioni scoperte di scrittori che permettono a Šarotar di riflettere sulle loro opere e idee, per introdurle nel proprio lavoro come metafore (citazioni di Ivo Andrić, Danilo Kiš, Primo Levi, e dei poeti nazionali come France Prešeren, Gregor Strniša, Boris A. Novak e altri ancora), ma vi si trovano anche allusioni nascoste ai temi e ai procedimenti stilistici di vari autori. Proprio su questo punto il saggio “La voce di Dušan Šarotar”, pubblicato alla fine del romanzo, aiuterà il lettore a scoprire molte altre presenze non solo di scrittori, ma anche di artisti, fotografi, architetti e tante, tante allusioni alle storie bibliche. Le numerose allusioni palesi e occulte ci aiutano ad accettare per lo più tutte quelle sfumature del panorama del mondo interiore, non solo di quello esterno. Riconosciamo allusioni non solo sul piano tematico, ma anche su quello stilistico: nella formulazione di una frase il lettore può intravedere lo scrittore austriaco Bernhard, mentre in un’altra si avverte la presenza dello serbo Miloš Crnjanski, che negli anni ‘20 del secolo scorso aveva coniato il concetto di ‘sumatraismo’ per esprimere l’idea su come un evento vissuto possa avere echi e riflessi su un’isola lontanissima (appunto, Sumatra). A un certo punto Šarotar descrive la brezza che muove i fogli di carta sulla scrivania del narratore e allo stesso tempo questa stessa brezza viaggia lontano, attraversa l’Atlantico, arriva fino al Canada. Il mondo è tutt’uno; non è fatto di eventi, ma di sentimenti. Il che ha delle conseguenze sul carattere dei personaggi come anche sulla struttura del romanzo intero.

Il flusso del romanzo è innovativo sotto ogni punto di vista: l’effetto sul lettore è attraente, ma a condizione che i criteri tradizionali per descrivere gli eventi siano cancellati e il concetto di questo trabocco universale sia accettato. Ogni personaggio ha un passato: c’è l’albanese Gjini, che vive in Irlanda da undici anni, ma apparirà anche in Belgio; Jane, l’americana il cui padre ha attraversato l’oceano con molti altri irlandesi durante la Grande Carestia alla metà dell’Ottocento; Spomenka, una donna bosniaca che porta le ferite profonde dalla guerra e ora insegna la ‘nostra’ letteratura a Gent, il cui ruolo è profondamente allusivo e ricorda il romanzo Il ministero del dolore di Dubravka Ugrešić. Tutti i personaggi vivono lontano dalla propria patria e, in un certo senso, seguono il destino dell’ebreo errante. Ma tutte le loro identità complesse e anche i temi che li perseguitano sono esistenziali, eterni: amori di vario genere, piaceri, ma anche le ferite che infligge l’amore o la guerra con gli orrori che lascia impressi sull’animo umano, la perdita e il ristabilimento dell’identità. Nel romanzo non sono stati trascurati nemmeno i fenomeni naturali che fanno parte degli ‘eventi’, sia quelli storicamente importanti per la collettività, sia quelli personali: tutto ciò produce un effetto fondamentale sulla psiche delle persone in questione. Non solo le persone, ma anche la natura possiede un proprio linguaggio che attira l’attenzione dell’autore: “gli anelli d’acqua sarebbero potuti essere una forma di linguaggio a me sconosciuta, un linguaggio propagato tramite le onde sull’acqua, come l’alfabeto Morse, tuttavia l’acqua non trasmette solo lettere e parole, ma anche sospiri, ritmi, silenzio, il battito del cuore, la paura, l’amore e la morte; quindi non solo un significato, ma anche un senso.”

Finora Dušan Šarotar ha pubblicato tre raccolte di poesie e due di racconti; Panorama è il suo quarto romanzo. Il problema della sorte incerta e tragica degli ebrei sul suolo europeo è un argomento che spesso ritorna nella sua prosa. Nel romanzo appena tradotto, sembra che tutti i personaggi siano un po’ ebrei: sfollati, fuori dalla loro patria alla ricerca della propria identità e delle storie che la costruiscono. Per capire meglio la complessità di questo romanzo bisogna aggiungere che Šarotar è anche un artista che si esprime come fotografo; ha avuto diverse mostre personali, e una mostra fotografica di Gerhard Richter visitata dallo scrittore a Londra era intitolata, appunto, “Panorama”. Tutto questo lo scopriamo nel romanzo, anch’esso illustrato da fotografie dell’autore in bianco e nero dei paesaggi di cui narra la storia. E qui, ci avverte ancora l’autore, il suo modello di riferimento è l’autore tedesco W. G. Sebald.

Panorama rivela l’ampiezza e la diversità di questo mondo e delle persone che lo abitano. All’inizio il narratore in prima persona (personaggio principale e alter-ego dello scrittore) si prefigge lo scopo di trovare la pace che gli permetta di scrivere; alla fine capirà che questa pace potrebbe essere acquisita progressivamente soltanto accettando la complessità del mondo.

M. Mitrović si occupa di letterature serba, croata e slovena

marmitrovic41@gmail.com