di Claudio Panella
Giovanni Turi, classe 1983, una vita da editor, dal 2017 è diventato responsabile unico della casa editrice per cui lavorava, rilanciandola con la scelta eco-sostenibile di realizzare una base di pochi titoli l’anno, ben selezionati, curati e distribuiti: come dire che un’altra editoria è possibile, anche in Puglia…
Dopo gli studi, come hai iniziato la professione di editor, la prima attività con cui ti sei fatto conoscere nel mondo editoriale e che hai raccontato nel blog Vita da editor?
Subito dopo la laurea specialistica in Editoria sono stato accolto da Schena Editore, dove mi occupavo soprattutto di promozione; è stata poi la Stilo Editrice a darmi fiducia come editor e ad affidarmi nel 2010 la conduzione della collana di narrativa Nuovelettere, forse la prima in Italia a pubblicare quasi esclusivamente racconti.
Bari è però lontana dai principali centri culturali italiani e avevo voglia di confrontarmi con altri addetti ai lavori e con gli autori che più stimo: è stato questo il primo pretesto che mi ha portato alla creazione del blog, il secondo è stato il successo che avevano su Facebook i post in cui scherzavo sugli aspetti tragicomici del mio lavoro.
Puoi farci un esempio di questi ‘ordinari’ elementi tragicomici a cui ti riferisci?
Per esempio chiedere una breve sinossi e un curriculum letterario a chi ti invia un inedito e ritrovarsi con una presentazione del manoscritto di oltre dodici pagine e con una biografia dettagliata di tutte le proprie vicende famigliari; oppure inviare una fattura a un editore e sentirsi rispondere per cinque volte che dev’essere finita nello spam…
Oggi lavori anche per altre case editrici? Svolgi ancora altre professioni, come quella di guida turistica?
Quasi tutte le case editrici indipendenti mantengono una parità di bilancio non grazie alla vendita dei libri ma ad attività collaterali (come i corsi di editoria, scrittura, lettura e manca solo il bricolage), quindi per poter pubblicare con TerraRossa Edizioni poche opere – e in base non alla presunta commerciabilità ma al loro valore letterario – continuo a fare la guida turistica, a offrire servizi editoriali ai privati e di tanto in tanto a collaborare come editor con altri editori. Come poi tutto questo si concili al tempo per vivere è un altro discorso.
Quando nasce TerraRossa Edizioni? Come ti sei trovato alla guida della casa editrice?
TerraRossa Edizioni nasce da due desideri: quello di ripubblicare opere di qualità finite in breve tempo fuori commercio e cercare di ridare centralità al dibattito letterario, pubblicando romanzi caratterizzati da una ricerca stilistica riconoscibile e mai fine a se stessa. All’inizio sarei dovuto essere solo il direttore editoriale, poi mi sono ritrovato a fare anche l’editore (ma spero sempre di poter tornare a occuparmi solo del progetto editoriale affidando ad altri la parte amministrativa e commerciale).
Ci racconti meglio il momento in cui hai dovuto scegliere se assumerti la responsabilità della casa editrice (che altrimenti avrebbe chiuso?) e quali aspetti (emotivi, professionali, economici) tale decisione ha comportato?
Ho scritto un post a riguardo in cui racconto un po’ com’è andata; chiaramente non è stata una scelta scontata perché, se è vero che il progetto di TerraRossa Edizioni nasce da una mia idea e da una passione che ancora mi appartiene, un conto è fare l’editor e venire retribuito per tale mansione, tutt’altro fare l’editore rimettendoci i propri risparmi. Devo però dire che chi mi aveva spinto a lanciare il progetto, è stato onesto nel tirarsene fuori e nel supportarmi inizialmente. Se me ne sia pentito o meno continuo a non volermelo chiedere.
Come riuscite a garantirvi una buona distribuzione?
Ci affidiamo prevalentemente a Libro Co. che rifornisce puntualmente Fastbook (il principale grossista italiano): il che vuol dire che i nostri libri sono presenti in poche librerie ma ordinabili quasi ovunque, oltre che acquistabili sugli store online e sul sito della casa editrice senza spese di spedizione.
I titoli di TerraRossa si dividono in due collane: Sperimentali e Fondanti. Ci illustri queste collane? È confermata la scelta che avevate annunciato di pubblicare 4 titoli l’anno?
Sì, continueremo a pubblicare solo quattro opere l’anno in modo da poterle selezionare con cura e avere il tempo di lavorarci nel miglior modo possibile. Sperimentali dà spazio ad autori consapevoli dei propri mezzi espressivi e che, nel perseguire la propria ricerca stilistica, non trascurano lo svolgimento narrativo delle proprie storie. Fondanti nasce con l’idea di opporsi alla bulimia del mercato editoriale ridando vita a libri recenti ingiustamente dimenticati.
Si tratta di una scelta che mira a conseguire una maggiore ‘ecologia’ e sostenibilità delle uscite editoriali, a ridurre anche l’autosfruttamento che rischia di verificarsi all’interno della casa editrice, ma a garantire comunque una certa bibliodiversità, giusto?
Certo, più pubblicazioni comporterebbero un carico maggiore di stress e investimenti (generalmente a fondo perduto) più consistenti, ma la verità è anche che mantenere degli standard alti e trovare opere che li soddisfino non è affatto facile. Credo però che la linea editoriale di TerraRossa si stia delineando e diventerà ancora più marcata con le prossime opere ed è quel che più conta.
Tutto questo accade in Puglia. Ciò cosa comporta, in più o in meno, rispetto a un editore che ha sede in altre regioni o in una grande città?
La Puglia e il Sud Italia hanno percentuali di lettura più basse di quelle già di per sé imbarazzanti del resto del Paese e ovviamente questo penalizza il nostro lavoro: è più facile organizzare eventi e instaurare rapporti con librerie ed enti del proprio territorio, ma se questo è arido tutto si complica. Tuttavia a Bari e dintorni ci sono realtà estremamente vitali e ho intorno professionisti di assoluto valore: non so sino a quando saremo disposti a faticare il doppio per raccogliere la metà, ma è giusto provarci.
Uno degli scrittori pugliesi più interessanti degli ultimi 15 anni è senz’altro Francesco Dezio, di cui avete pubblicato La gente per bene e ridato alle stampe Nicola Rubino è entrato in fabbrica. Per TerraRossa, Dezio è anche illustratore e dunque collabora a vario titolo alla casa editrice: ce ne puoi fare un tuo ritratto?
La sua è un’intelligenza versatile anche se un po’ umorale, ma Dezio è soprattutto uno scrittore e un illustratore di talento: ed è tutto quel che basta.
Nella collana Sperimentali sono apparsi Quante bugie hai detto questa sera, esordio del torinese Alessio Di Girolamo, e Restiamo così quanto ve ne andate di Cristò: due testi davvero originali, come li avete selezionati?
Ad aprire la collana è stato Jenny la Secca di Claudia Lamma: sia il suo esordio, sia quello di Di Girolamo sono frutto del lavoro di scouting sugli inediti proposti alla casa editrice. Il romanzo di Cristò (così come quello di Dezio) è invece il frutto di un rapporto di stima reciproca ormai di lungo corso e da un monitoraggio costante della sua produzione; ne approfitto per annunciare la pubblicazione in autunno della sua nuova opera: La meravigliosa lampada di Paolo Lunare, una storia di amore e inganni in cui irrompe il paranormale.
Nel caso di Ezio Sinigaglia, Il pantarèi [recensito sul n. dell’Indice di maggio 2019], si tratta invece di una riscoperta di un testo scritto negli anni Ottanta: come l’avete scovato?
È merito di Giuseppe Girimonti Greco, traduttore e consulente letterario, e di Cristina Tizian, agente letterario: il primo mi ha fatto conoscere il talento di Ezio attraverso il suo ultimo romanzo (Eclissi), la seconda mi ha invece proposto Il pantarèi e altri due inediti dello stesso autore che vedranno la luce nei prossimi mesi e che rappresentano quanto di più originale la nostra letteratura contemporanea ha concepito. Sembra un’esagerazione, ma dopo averli letti sfiderò chiunque a smentirmi.