Interviste agli editori | Claudiana

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La casa editrice è una delle più antiche in Italia. Come nasce? Quali sono le grandi fasi di evoluzione?

Appena i valdesi ottennero i diritti civili nel 1848, si pose la questione di avere una casa editrice propria. Fino a tale data, Bibbie e altri libri di carattere religioso venivano stampati in Svizzera e portati faticosamente nelle valli valdesi. Nel 1855 venne perciò costituita la “Società dei trattati religiosi per l’Italia» con lo scopo di «far conoscere in Italia i veri principi e la pura morale dell’Evangelo”. Inizialmente la Società funzionò come agenzia di libri religiosi con sede a Torino, solo nel 1858, grazie a un dono delle “dame irlandesi di Dublino” fu possibile aprire una piccola tipografia che assunse il nome di “Claudiana” in omaggio al vescovo Claudio di Torino (viii-ix secolo), considerato un precursore dei valdesi. Nel 1862, a seguito del trasferimento della capitale italiana da Torino a Firenze, Claudiana percorse lo stesso tragitto. A Firenze inizia un periodo molto florido come pubblicazioni e anche come tirature. Il periodico “L’amico di casa”, un almanacco annuale con informazioni bibliche, storiche e pratiche, raggiunse tirature di 80.000 copie (si consideri che in quegli anni l’analfabetismo in Italia raggiungeva l’80%). Dopo la prima guerra mondiale, i contributi dei comitati esteri a sostegno di Claudiana diminuirono e il clima politico si fece sempre più minaccioso. Si giunse perciò alla conclusione di trasferire la casa editrice a Torre Pellice e di inserirla organicamente come istituto della chiesa valdese. Ha inizio così una fase dell’editrice di ripiegamento verso l’interno, seppure con alcune importanti eccezioni tra cui spicca il primo volume della biografia di Lutero scritta da Giovanni Miegge, ripubblicata in seguito da Feltrinelli con il titolo di Lutero giovane e infine riportato in Claudiana nel 2003. Nel 1961 l’editrice si stabilisce definitivamente a Torino e, dal 1965 con il nuovo direttore Carlo Papini, comincia un’evoluzione che inserisce Claudiana a pieno titolo nell’ambito dell’editoria religiosa italiana. Nel 2005 diviene una srl, con l’ingresso di altre tre chiese protestanti nella compagine azionaria, per giungere al 2017, anno in cui acquisisce la storica editrice Paideia di Brescia.

Condividete tutti l’origine valdese in casa editrice?

No. Pur essendo la maggioranza dei collaboratori valdesi, ci sono anche battisti e non appartenenti a nessuna chiesa.

Ai tempi della vostra fondazione l’evangelizzazione era tra gli obiettivi principali, oltre alla divulgazione teologica. È così ancora oggi? Oppure è lo studio biblico a caratterizzare maggiormente la casa editrice?

In fondo, l’impostazione dell’editrice, pur adattata al mutato contesto, non è cambiata molto rispetto all’Ottocento. Già allora l’evangelizzazione passava per una maggiore conoscenza del testo biblico. Il principio della Riforma protestante del sola Scriptura valeva allora e vale oggi, anche se i metodi di studio della Bibbia si sono evoluti enormemente in questi quasi 165 anni. Alla Bibbia e alla teologia, a partire dagli anni Settanta del secolo scorso, si è affiancata l’attenzione ai temi di carattere etico. Un ultimo filone che collega l’Ottocento con il XXI secolo sono i libri per bambini e ragazzi.

Il catalogo di Claudiana è vastissimo. Per un fedele o uno studioso alle prime armi, quale collana, o quali titoli, potrebbero essere più adatti come introduzione alla chiesa evangelica valdese? Qual è, invece, il libro che vendete di più?

Vi sono due titoli, ambedue di Giorgio Tourn, che rappresentano un’ottima introduzione alla chiesa valdese: I valdesi. Identità e storia, di taglio divulgativo, e I valdesi. Una singolare vicenda di un popolo-chiesa, più ampio, ma di uguale fruibilità. A questi aggiungerei un paio di titoli sul protestantesimo: Protestanti e cattolici. Le differenze scritto da Giorgio Girardet, e Chiese e movimenti evangelici del nostro tempo di Giorgio Bouchard.

Uno dei libri più venduti annualmente è il lezionario biblico Un giorno, una parola. Ma il catalogo Claudiana e Paideia si contraddistingue più per i longseller, quali Erasmo-Lutero, Libero arbitrio. Servo arbitrio in catalogo dal 1973 e venduto in decine di migliaia di copie. Vi sono poi due pubblicazioni per ragazzi, che si vendono piuttosto bene da anni: Il popolo della Bibbia e Racconta la Bibbia ai tuoi ragazzi. Fra i libri più nuovi va sicuramente segnalato il libro La Bibbia ha (quasi) sempre ragione di Gioele Dix.

Nel 2017 avete acquisito Paideia editrice. Che cambiamenti ha portato questa novità?

L’acquisizione di Paideia ha completato il panorama editoriale della società verso l’alto, con un catalogo di opere scientifiche di valore assoluto. Le sinergie tra i due marchi si sono realizzate come auspicato: Claudiana srl dispone ora di un catalogo che, per numero di titoli, profondità e prestigio, ha pochi rivali nel panorama italiano, mentre il marchio Paideia ha usufruito di una promozione e diffusione che prima non aveva. A quasi tre anni di distanza si può dire che l’acquisizione è stata molto positiva e che i risultati hanno superato le aspettative.

Avete diverse librerie, a Torino, Milano, Roma e Firenze. Sono più frequentate le librerie o il sito online? Qual è il vostro canale di distribuzione maggiore?

Il maggior canale di vendita è la distribuzione commerciale, affidata a Messaggerie libri. Le librerie Claudiana, che ricordo non sono religiose, pur avendo un settore religioso molto fornito, ma generaliste, hanno vendite ben superiori al sito. Ma la loro importanza, insieme alla libreria partecipata di Torre Pellice, non si limita a questo, esse rappresentano per l’editrice una vera e propria finestra sulla società italiana e sono punti di riferimento imprescindibili nei loro rispettivi contesti culturali. Fra i canali di vendita importanti infine va menzionata la vendita diretta, promossa in particolare dal classico catalogo promozionale primaverile e autunnale.

Pubblicate anche due riviste, «Protestantesimo» e «Riforma e movimenti religiosi». Come sono nate queste due testate?

Nell’ambito della chiesa valdese vi sono due istituzioni di antica data e di grande prestigio: la Facoltà valdese di teologia e la Società di studi valdesi. Entrambe hanno il loro periodico, gestito in proprio e edito da Claudiana.

La collana Valdesia tratta di storia e folklore valdese, ma propone anche guide proprio sulle valli valdesi. Qual è il vostro rapporto, in particolare, con la Val Pellice?

Le tre valli cosiddette «valdesi» nel Piemonte occidentale, le valli Pellice, Chisone e Germanasca rappresentano l’area in cui i valdesi furono confinati fino al 1848. Questa enclave ha ovviamente una forte presenza storica di valdesi e questo ne fa un pubblico privilegiato per l’editrice. Il calendario «La valli valdesi», una collana specifica dedicata e le guide turistiche alle Valli e a Torre Pellice sono la risposta di Claudiana a questo pubblico.

Avete appena pubblicato la nuova traduzione CEI della Bibbia. Quali sono le prossime novità?

In realtà la nuova traduzione CEI non l’abbiamo pubblicata. A maggio di quest’anno abbiamo acquisito il magazzino della Società Biblica Britannica e Forestiera di Roma, una casa editrice collegata alla Società biblica italiana. Fra le pubblicazioni della SBBF, oltre a vari pubblicazioni scientifiche di elevato valore, c’era anche la nuova traduzione CEI in versione di lusso. In questo periodo sono ovviamente numerose le nuove uscite, per cui mi limiterò a tre titoli Claudiana e due Paideia. Per Claudiana indico Gerd Theissen, L’avvocato di Paolo, romanzo storico su Paolo di Tarso, gemello di quello dedicato dallo stesso autore anni fa a Gesù, L’ombra del Nazareno; il libro di Marco Campedelli, Il vangelo secondo Alda Merini e il libro di Paolo Ricca, Ego te absolvo, in cui affronta il tema della confessione auricolare. Per Paideia, invece, sono da segnalare il libro di James C. VanderKam, Gli scritti di Qumran e la Bibbia e la fondamentale opera di Andres Gerdmar, Bibbia e antisemitismo teologico, in uscita ai primi di gennaio 2020, che analizza l’influenza che l’antisemitismo ha esercitato su tutta l’esegesi teologica tedesca dal Settecento fino agli anni Sessanta del secolo scorso.